Vogliamo un Forte aperto

4 maggio 2015

«La gestione del Museo della Montagna ha dato tanto al Forte di Exilles – racconta Michelangelo Castellano, primo cittadino di Exilles – purtroppo non è stato sufficiente a cambiare il volto di un territorio che crede ancora molto nella risorsa Forte». Concesso in uso alla Regione Piemonte dall’Agenzia del Demanio, dopo un’importante opera di ripristino e salvaguardia, il Forte di Exilles è stato restituito al pubblico nel 2000. «I primi anni di lavoro hanno avuto buone ricadute sul territorio – continua Castellano – poi dal 2003 le cose sono cambiate: il Forte è diventato un museo, con mostre e installazioni fisse, e ha smesso di essere un centro di aggregazione e diffusione culturale. Non voglio entrare nel merito delle questioni economiche che in questi anni hanno visto contrapporsi Regione e MuseoMontagna, ma è evidente come siano mancate manifestazioni e appuntamenti di appeal in grado di coinvolgere il pubblico e farlo ritornare al Forte anche dopo averlo già visitato».

Una gestione lungimirante, in grado di valorizzare il Forte di Exilles, dovrà fare della struttura un luogo attrattivo dal punto di vista turistico pur con una forte caratterizzazione culturale, fondandosi su un modello economicamente sostenibile. Cosa si aspetta il territorio? Ricadute, principalmente economiche, sull’alta valle. «Vogliamo un Forte aperto – continua Castellano – che sia un punto di riferimento per i turisti ma anche per le persone che vivono in valle. Sulla carta il Forte è stato istituito come sede legale dell’Unione Comuni dell’alta Valle di Susa ma così non è in pratica perché, anche se la struttura si trova sul nostro territorio, nessuno di noi vi ha accesso».
A marzo, il Comune di Exilles ha risposto insieme alla Fondazione per il libro la Musica e la Cultura e al Circolo dei Lettori di Torino al bando lanciato dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte per sondare la presenza di Associazioni, enti e operatori culturali del territorio interessati a gestire e animare la struttura e raccogliere ipotesi di possibili destinazioni dell’edificio e delle sue aree. Una costruzione intrisa di storia e cultura, circondata da un territorio attento e consapevole delle potenzialità di un monumento attuale e proiettato al futuro, tutt’altro che riconsegnato al passato.
Daria Rabbia

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