Valle Stura: una storia di confini e pastorizia

3 novembre 2014

Crocevia strategico per oltrepassare i confini, la Valle Stura si estende per circa 60 km in un’immaginaria linea che dalla pianura di Borgo S. Dalmazzo porta fino ai 2000 metri del Colle della Maddalena. Proprio per l’altezza meno elevata rispetto ad altri colli piemontesi, la Maddalena si è rivelata di fondamentale importanza per la vallata, essendo una facile via di passaggio, è stato teatro di invasioni, ma anche a pellegrinaggi verso la Francia e la Spagna e, soprattutto dell’essenziale transito commerciale con le regioni oltre le Alpi. La funzione strategica è testimoniata dall’elevata presenza di costruzioni militari e forti lungo tutti i versanti: in terra piemontese si distinguono il castello di Roccasparvera, il forte della Consolata di Demonte e sicuramente il Forte di Vinadio, uno fra gli esempi di architettura militare più significativi dell’intero arco alpino. Voluto da re Carlo Alberto e costruito nella prima metà dell’Ottocento, la fortificazione non fu mai teatro di importanti eventi bellici, benché sia imponente e si sviluppi in linea d’aria per 1200 metri. Oggi è un monumento storico visitabile e teatro di eventi culturali di vario genere e ospita della suggestiva esposizione Montagna in movimento.

La valle, però, si distingue non solo per fortificazioni e architetture, ma anche per i paesaggi e la cultura occitana a partire dalla lingua. A questo proposito, la valle offre diverse iniziative museali, volte soprattutto a conservare e tramandare le caratteristiche storiche e culturali delle sue popolazioni. Tra queste, il Centro di Documentazione Valle Stura, attivo a Sambuco dal 1988, si occupa di raccogliere documentazione sulla valle, nonché di organizzare iniziative volte a diffondere le informazioni raccolte.
Un museo particolare è la Mizoun dal Countrabandìer (”casa del contrabbandiere” in lingua occitana) ad Argentera. Il museo è ospitato in una vecchia abitazione della borgata Ferriere, ristrutturata e adibita a percorso museale sulla pratica del contrabbando attività, spesso svolta in passato nella valle per via della sua natura di frontiera.
L’Ecomuseo della pastorizia, situato in frazione Pontebernardo nel comune di Pietraporzio, gioca un ruolo fondamentale nella promozione delle risorse del territorio Si tratta di un “museo attivo”, che alle normali sale espositive affianca un piccolo caseificio e il Centro di Selezione Arieti del consorzio L’Escaroun. L’attività pastorale non viene quindi solo rappresentata da reperti storici, ma mostrata nel suo svolgersi quotidiano.

La pecora sambucana è l’animale più importante nella valle, eppure solo nel 1985 si contavano appena 80 capi. L’allevamento ovino e la lavorazione della lana hanno rappresentato una risorsa fondamentale per il rilancio dell’economia locale. Storicamente, i migliori capi della razza vengono esposti l’ultima domenica di ottobre a Vinadio durante la Fiera dei Santi, un momento importante anche per progetto di Presidio Slow Food dell’agnello sambucano che ha sostenuto la valorizzazione della razza messa in atto dal consorzio. Oggi in valle ci sono più di 5000 pecore e ogni anno nascono 10.000 agnelli: crescono in piccole aziende, d’estate al pascolo e nel resto dell’anno alimentati a fieno nelle stalle. Il consorzio L’Escaroun offre anche la possibilità di acquistare i prodotti tipici della zona, in particolare derivati dall’allevamento della sambucana, ma la carne si può trovare anche presso la Macelleria di Bruno Spada, a Demonte, che macella sempre per conto del consorzio, e presso la cooperativa Lou Barmaset.

Non manca nemmeno il miele, altro prodotto tipico delle vallate montane: in valle lo si può trovare all’azienda agricola di Bruna Battista a Sambuco che, oltre ai più classici mieli millefiori, propone anche il miele di ciliegio selvatico e la melata di abete.
L’agnello però è protagonista anche della gastronomia locale. La cucina della valle Stura è una cucina tipica di montagna, con alcune peculiarità locali. Per assaggiarla, è d’obbligo un passaggio all’Osteria della pace di Sambuco. Baluardo della tradizione gastronomica locale dalle salde radici occitane, il locale propone alcuni tra i piatti più gustosi e caratteristici della cucina della valle. Il menù prevede portate che spaziano dalla torta di patate e porri, fino al paté di fegato di agnello sambucano o ai cruset, la pasta povera locale fatta a mano con sola farina e acqua e servita con sugo di porri e patate (in estate) e funghi (in autunno). Non mancano poi l’oula al fourn (zuppa di verdura cotta al forno per ore in un’apposito recipiente), le sebos abaouso (cipolle al forno con carne, formaggio, uova e verdure) e l’agnello sambucano al forno: solo quest’ultimo piatto merita un passaggio in Valle Stura!
Ludovico Roccatello

Per saperne di più

Musei
Mizoun dal Countrabandìer
Borgata Ferriere
12010 – Argentera
Telefono: 0171/955555

Ecomuseo della pastorizia
Frazione Pontebernardo
12010 – Pietraporzio (CN)
Telefono: 0171/955555

Centro di Documentazione Valle Stura
Via Umberto I, 50/a
12010 – Sambuco (CN)
Telefono: 0171/955555

Carni
Bruno Spada
Via Martiri E Caduti Per La Liberta’, 52/B
12014 Demonte (CN)
Telefono: 0171 95183

Formaggi e latticini
Consorzio l’Escaroun,
Borgata alpina di Pontebernardo
12010 – Pietraporzio (CN)
Telefono: 0171/955555

Miele
Azienda Agricola Bruna Battista
Via Colle del Mulo 1,
12010 SAMBUCO
Telefono 0171 96643

Osterie
Osteria della pace
Via Umberto I, 32
Sambuco
Telefono 0171 96628

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