Sindaci Convenzionati

29 novembre 2014

Il punto di vista del sindaco sulla Convenzione delle Alpi è la testimonianza dell’efficacia e delle ricadute possibili che questo strumento ha sui territori locali. Abbiamo chiesto un commento a due amministratori di realtà differenti della montagna: Simone Leschiera, giovane Vicesindaco di Mompantero, 500 abitanti, e Paolo De Marchis, sindaco di Oulx, che con i suoi 3.200 abitanti è il centro di riferimento dei servizi e il principale crocevia dei turisti per l’Alta Valle Susa.
Entrambi la conoscono. E’ già un buon inizio. E allora cominciamo a incalzarli con la prima domanda: sapete di cosa si occupa la Convenzione delle Alpi?
De Marchis: «L’idea generale dovrebbe essere quella di tutelare gli interessi delle popolazioni che vivono soprattutto in montagna. Temi importantissimi sono la qualità della vita, le condizioni sociali di permanenza soprattutto nelle zone montane. Viene posta molta attenzione ai temi delle questioni ambientali, culturali, economiche, ai progetti di vita in un contesto e alla loro Sostenibilità».

Leschiera, da parte sua, sottolinea l’importanza di avere a disposizione degli strumenti: «Lo strumento della Convenzione delle Alpi si pone la finalità di promuovere forme di sviluppo sostenibile dei territori alpini, attraverso l’individuazione degli strumenti idonei a tutelare gli interessi della popolazione residente, non tralasciando la necessaria analisi della particolari situazioni ambientali e socio-culturali tipiche dei territori montani».

Non male! Continuiamo. La considerate uno strumento utile per il suo lavoro?
Leschiera: «Anche se in maniera astratta, quello della Convenzione delle Alpi pare essere sicuramente un importante strumento di supporto per la realizzazione di iniziative e progetti diretti a migliorare la qualità e quantità dei servizi presenti nei piccoli borghi alpini».
E De Marchis aggiunge: «Tutto ciò che rende protagonista la montagna è importante, tutto ciò che valorizza i nostri territori ha dignità di essere portato all’attenzione di tutti».
Negli ultimi due anni avete sentito parlare di più della Convenzione delle Alpi?
Leschiera: «Posso dire di averne sentito parlare, ma sempre in misura assai superficiale. Solo recentemente ho appreso lo spirito e le finalità di questo organismo intergovernativo, comprendendone altresì l’enorme potenziale».
De Marchis: «Sicuramente a livello locale, forse un po’ meno a livello nazionale. Un gran peccato perché il programma pluriennale fino al 2016 pone forte attenzione su tematiche quali mutamento demografico, cambiamento del clima, turismo, biodiversità, trasporti e mobilità».
Ma allora, in ultima, in pratica cosa vi aspettate voi amministratori dalla Convenzione delle Alpi?
Leschiera: «Mi piacerebbe che l’apporto della Convenzione delle Alpi riuscisse ad evitare, per quanto possibile, il progressivo abbandono dei piccoli centri montani. Perché ciò si renda possibile è necessario che l’organismo intergovernativo in oggetto operi affinché si riesca a mantenere un buon livello di servizi nei piccoli centri alpini, al fine di sfavorire un altrimenti inevitabile abbandono in favore dei grossi agglomerati urbani».
De Marchis: «L’opera di costruzione di “nuove sensibilità” intorno alla montagna è fondamentale; spero che in futuro non si ragioni più su una montagna ad uso e consumo di chi non la vive nella quotidianità, spero che gli enti sovracomunali ascoltino e diano risposte alle nostre istanze per una montagna che ha bisogno di servizi e non di tagli».
Erwin Durbiano

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