Si fa presto a dire fagiolo

7 dicembre 2009

Pigna è un piccolo comune di 911 abitanti dell’alta Valle Nervia, in Provincia di Imperia, conosciuto quasi solamente per via della rinomata stazione termale. Eppure, a ben vedere, il luogo ha un’altra caratteristica davvero singolare: tutti i terreni intorno all’abitato, terrazzati e impervi, sono coltivati a fagioli. I famosi fagioli bianchi di Pigna, che grazie all’interessamento di Slowfood, da attività agricola “in via d’estinzione”, vede oggi un florido consorzio di oltre 70 produttori che tutti gli anni spediscono sacchi di fagioli in giro per l’Italia e L’Europa.

«Sono 300 anni che a Pigna si coltivano fagioli – spiega Caterina Rebaudo –, ma ultimamente questa tradizione rischiava di perdersi a causa delle difficoltà: troppo dura e poco remunerativa. Da quando siamo diventati presidio Slowfood, una decina di anni fa, la situazione è cambiata parecchio: da 5 euro al chilo siamo passati a 16. E molti giovani oggi si avvicinano a questa attività».

Caterina Rebaudo, con il marito pensionato, da luglio a ottobre lavora nell’azienda del figlio, Enrico Allavena. Cinquemila metri quadrati di terreno terrazzato per una produzione di 7 quintali di fagioli. Che vendono a 16 euro al chilo grazie al marchio del Consorzio locale e alla promozione dell’Associazione di Carlin Petrini.

«Ogni produttore ha i suoi clienti – continua la mamma del titolare dell’azienda –. Noi spediamo i fagioli per posta a ristoranti e negozi specializzati. Come la Pec, che ha la vetrina in piazza Duomo a Milano. Vendiamo addirittura tutti gli anni un quintale di fagioli a Londra, in Inghilterra: hanno preso contatto con mio figlio al Salone del gusto, ottima vetrina per tutti quelli come noi, e adesso gli effettuiamo ogni anno due invii da 50 chili di fagioli in sacchetti da 500 grammi. Duecento inglesi che tornano a casa con il loro sacchettino con su scritto Pigna. Oltretutto è una bella promozione per il nostro paese».
Maurizio Dematteis
Info: www.comune.pigna.im.it

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