ReStartApp per i cammini italiani

18 luglio 2019

Innovazione, sostenibilità economica, ambientale e sociale sono le parole chiave che ispirano il progetto Restart App. L’edizione 2019 è dedicata ai cammini italiani, e intercetta una tendenza che si sta consolidando sempre di più. Sono decine di migliaia infatti le persone che percorrono gli antichi itinerari che costellano le Alpi e gli Appennini, turisti consapevoli che cercano esperienze autentiche. L’obiettivo del progetto, partito nel 2014 e ideato dalla Fondazione Edoardo Garrone e dalla Fondazione Cariplo, è sostenere  i giovani aspiranti imprenditori attraverso un percorso formativo della durata di 9 settimane, per mettere a fuoco e consolidare le loro idee di impresa. Il percorso prevede l’accompagnamento durante il primo anno di apertura delle attività, con la consulenza di esperti: i tre progetti più promettenti inoltre ricevono un contributo economico, per un totale di 60mila euro.

L’idea di Restart App, spiega Francesca Campora, che dirige la Fondazione Garrone, nasce dal legame della famiglia Garrone con il suo  territorio d’origine, l’Appennino Ligure, e dal desiderio di contribuire, con il talento dell’imprenditore di successo, a svilupparne le potenzialità nel rispetto della sua bellezza, delle risorse e dell’identità. Il progetto si è esteso a tutte le terre alte, come incubatore e acceleratore temporaneo di impresa dedicato ai giovani imprenditori della montagna italiana, e ha finora coinvolto 100 giovani e avviato 36 attività. Un dato molto lusinghiero rispetto all’andamento generale delle start up italiane, che decollano nel 6 per cento dei casi.
Nelle scorse edizioni, le idee imprenditoriali hanno spaziato dall’agricoltura al turismo, dalla filiera del legno all’allevamento e all’energia. Quest’anno per la prima volta i partecipanti al Campus di RestartApp, iniziato il 24 giugno a Premia, nel Verbano Cusio Ossola, hanno risposto a un tema specifico: la valorizzazione dei cammini italiani, appunto. Tra i 40 progetti presentati, ne sono stati selezionati 9, che intendono sviluppare strutture ricettive e servizi ancora molto rari lungo gli itinerari più o meno noti che percorrono il nostro Paese. Tra loro, laureati in matematica, ingegneri, architetti, informatici, laureati in scienze sociali. Ecco le idee di impresa: piccole strutture ricettive in legno per immergersi nella natura del Parco dell’Alto Sebino, in Lombardia; un network di attività all’aria aperta per coniugare turismo e sport di montagna tra le provincie di Lecco e Sondrio; ospitalità diffusa e turismo esperienziale e sportivo a Ormea, in Val Tanaro; il recupero di un rustico abbandonato per realizzare un orto alpino didattico nel bosco del cammino di Oropa; un’agenzia per valorizzare e mettere in rete i servizi turistici del Casentino, valorizzando i cammini e i sentieri; un polo di formazione e ricerca nel campo della psicologia e della salute lungo il “Viaggio nella storia d’Abruzzo”; un portale turistico per chi viaggia a piedi lungo gli antichi sentieri dei monaci bizantini, nei Parchi del Cilento, dell’Appennino Lucano e del Pollino; in provincia di Reggio Calabria, un’impresa agricola incentrata sulla coltivazione del fico d’india e dei suoi derivati, a cui abbinare proposte turistiche intorno al sentiero 150 del Cai; e ancora al Sud, l’apertura di una fattoria didattica per avvicinare i più giovani alla natura lungo il tratto siciliano della via Francigena.

Usciranno dall’esperienza di RestartApp con un business plan, e forse con significativi aggiustamenti rispetto all’ipotesi iniziale. Il programma del campus prevede lezioni frontali – tra i docenti, Luca Mercalli – il laboratorio di creazione d’impresa, esperienze di chi ce l’ha fatta e un viaggio studio in Val di Cembra, organizzato in collaborazione con il Club Alpino Italiano, per toccare con mano iniziative e progetti di rilancio economico, sociale e ambientale del territorio. Tanti e autorevoli i partner del progetto, tra cui Fondazione Symbola, Cai, Legambiente, Alleanza Mobilità Dolce, Banca Popolare Etica, Fondazione Cima, Uncem e Federforeste.
La montagna è ricca di unicità e l’unicità è un fattore decisivo per la competizione all’interno del mercato, dice Enrico Ferrero, esperto di marketing del territorio e responsabile del laboratorio di creazione d’impresa del campus. Tra le storie di successo di RestartApp, Paysage à manager, un’azienda agricola a Gressoney, ai piedi del Monte Rosa, che coltiva con passione 40 varietà antiche e rare di patate e ortaggi di montagna. Ce l’ha fatta l’azienda Le Cornelle, in provincia di Reggio Emilia, che ha rilanciato l’impresa di famiglia puntando sull’allevamento di pecore di razze locali, Cornella e Massese, e preservando le tradizioni e i prodotti ad esse collegati. E sta funzionando un’idea davvero insolita: si chiama Boschi vivi, è un servizio cimiteriale “in natura” e prevede di interrare le ceneri dei defunti in un’urna biodegradabile all’interno di un bosco. Con le quote versate per il mantenimento dell’albero dedicato al defunto si sostengono le spese amministrative e forestali, permettendo inoltre di investire in altri progetti di salvaguardia delle aree boschive. Nel 2018 il servizio è stato avviato presso il Comune di Martina-Urbe, in provincia di Savona. Anche questa è economia circolare. Il prossimo bando di Restart App sarà a gennaio 2020.
Claudia Apostolo

Info: www.restartapp.it

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