Parchi cuneesi: un tesoro da valorizzare

15 luglio 2018

«C’è una grande capacità della montagna cuneese di essere innovativa, ma si deve ancora lavorare sulla creazione di reti, collaborazioni, sinergie». Partendo ad esempio dai parchi, che coprono il 15% della superficie della Granda, diventati la meta di un turismo dolce, green e sostenibile in forte sviluppo. Queste le dichiarazioni di Federica Corrado, responsabile di Dislivelli Research, la parte scientifica dell’Associazione Dislivelli, che insieme alla Dmo Piemonte ha realizzato la ricerca curata dal Centro Studi della Crc, e presentato il Quaderno 34 dal titolo “Patrimoni naturali per lo sviluppo. I Parchi della provincia di Cuneo”, davanti all’Assessore regionale all’Ambiente Alberto Valmaggia e a un folto pubblico, presso la sede della Fondazione di Cuneo.

Il volume in oltre 130 pagine analizza e mette in luce potenzialità e vantaggi, punti deboli e criticità, dei parchi Alpi Marittime-Marguareis, Monviso e parco fluviale Gesso e Stura e dei siti di interesse comunitario (Sic), delle zone di protezione speciale (Zps), spaziando dalle 700 grotte carsiche delle Alpi Marittime alle oasi di pianura, fino alle sorgenti del Po e ai riconoscimenti Unesco: dal 2013 il Monviso è infatti “riserva della biosfera transfrontaliera”, mentre le Alpi del Mediterraneo sperano di diventare patrimonio mondiale dell’Umanità.
Nella ricerca c’è anche un focus sul turismo: nel 2017 i parchi provinciali hanno registrato 143 mila arrivi e 583 mila presenze, numeri in crescita costante. Sono state fatte 650 interviste ai visitatori delle tre aree.
In occasione della presentazione il presidente della Fondazione Crc Giandomenico Genta ha dichiarato: «La valorizzazione dei parchi permette di agire su tutela ambientale e sviluppo socio-economico. Resta la “tragedia nazionale” del colle di Tenda: in una provincia che vive di collegamenti è disastroso non poter programmare l’attività contando su un collegamento funzionale tra Piemonte, Liguria e Costa Azzurra».
Maurizio Dematteis

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