Med oltre la crisi

2 ottobre 2014

Da due anni a questa parte la Val Troncea, una piccola valle laterale della Val Chisone nel comune di Pragelato (To) è sede di uno dei pochi Club Med di montagna aperti anche d’estate. Sino a qui nulla di particolare, nulla che non rientri in una normale operazione commerciale, dove una società francese, il Club Med per l’appunto, rileva una struttura di tipo alberghiero (la stessa struttura in cui durante le olimpiadi invernali del 2006 erano stati ospitati i giornalisti arrivati da tutte le parti del mondo) per farne un villaggio turistico. L’anomalia, almeno per quanto riguarda la realtà italiana, sta invece nel fatto che le attività con il maggior afflusso di ospiti siano state le passeggiate, le “randò” come vengono comunemente chiamate dai turisti, la maggior parte dei quali francofoni. Le cifre parlano chiaro: circa 300 camminatori al giorno suddivisi su quattro tipologie di camminate dalla più semplice abbinata al colore verde sino alla più difficile nera, comprese tra i 100 e i 1500 metri di dislivello. Il che vuol dire arrivare a numeri ai quali in valle non si era abituati, almeno per quanto riguarda le escursioni. Un turismo insolito per una zona che per tradizione lavora grazie all’industria legata allo sci, con Sestriere è a soli 10 km, raggiungibile per altro anche in cabinovia.

Eppure chiacchierando con i turisti del Club emerge chiaramente la soddisfazione di aver scelto per le proprie vacanze una valle praticamente sconosciuta nel proprio paese straniero d’origine, dove godere appieno delle bellezze naturalistiche ma ancor più degli usi e delle tradizioni locali. I turisti arrivano infatti per la maggior parte da Francia e Belgio, ma non mancano gli spagnoli e gli onnipresenti tedeschi.
Fondamentale l’importanza per il Club di poter fare affidamento su guide locali riconosciute e competenti, in grado di trasmettere l’amore per la propria terra, far scoprire borgate raggiungibili solo a piedi, raccontare le caratteristiche di una specie bovina piuttosto che accompagnare i turisti ad acquistare il formaggio direttamente in alpeggio. Queste che possono sembrare banalità, sono invece offerte che non hanno prezzo per chi abita tutto l’anno a Parigi o a Bruxelles. Parliamo di ospiti che senza passare attraverso il Club Med difficilmente sarebbero approdati nelle nostre valli, ma che una volta arrivati hanno apprezzato, per esempio, maggiormente le gite che partivano direttamente dal villaggio a piedi, senza bisogno del trasferimento in bus. A riprova del fatto che chi arriva si appassiona a una dimensione “naturalistica”.
Durante le dieci settimane di apertura estiva del Club Med sono state venti, tra guide alpine e accompagnatori naturalistici, i soggetti impegnati nella gestione dei gruppi. Una forma di turismo dolce che comincia a dare un ritorno anche in termini occupazionali…
Andrea Arnoldi

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