Max*, mountainbiker

6 luglio 2016

Nella seconda metà degli anni ’70 nascevano negli Stati Uniti le prime biciclette adatte ai percorsi di montagna. Da allora la tecnologia ha percorso passi da gigante e ci permette sempre più una facilitazione, ma alla base rimane sempre lo stesso spirito, l’aria aperta e la natura. Salite, discese, fatica, sudore, stupendi panorami, ecco cosa cerca il ciclista di montagna. La parola mountainbiker arriva da oltre oceano, ma le sensazioni che si provano in sella a una bici penso siano universali e alla base troviamo sempre il divertimento e l’appagamento. Anche e soprattutto se a casa si torna sfiniti….ed “interi”. Personalmente cerco sempre un po’ di avventura, andando alla ricerca di percorsi poco conosciuti e sentieri poco battuti. Non è necessario trovarsi distanti chilometri da casa per cercare nuovi tracciati, varianti alla solita salita o alla solita discesa. Con lo sport si può esprimere fantasia e penso che la bici sia uno strumento perfetto.
Le gite in alta montagna sono le più appaganti e i panorami sono grandiosi. Si attende giugno per riprendere a salire di quota, incontrando ancora lingue di neve e i fischi delle marmotte. I miei preferiti sono i sentieri “balcone” che percorrono le vallate appena sotto le vette. Mi sembra di essere in un film e con la musica dell’ipod si può avere la colonna sonora.
Pedalare da soli è molto bello, ci permette di capire i propri limiti, di riflettere su tanti argomenti, di percepire l’ambiente e di farne parte. Per un biker la ricerca del ”flow”, la fluidità, è la risposta. La fluidità in salita, in discesa, nell’unire i tratti scorrevoli con quelli tecnici. In questo modo si diventa tutt’uno con la natura che ti circonda.
Ma cos’è tutto questo se a volte non lo si condivide con qualcuno ? La mountain bike è anche amicizia, quindi uscite di gruppo. L’atmosfera è sicuramente diversa già dalle prime telefonate di logistica: divertimento, svago e una sana aria di competizione sono la base. La parte che preferisco però sta nell’aiutarsi nelle salite più dure, scherzare nei passaggi più impegnativi, chiacchierare più rilassati rispetto alla solita frenesia settimanale.
Dopo 25 anni di mountain bike è forse per quest’ultimo aspetto che ho deciso di diventare guida, proprio per condividere o meglio per far conoscere ad altri questi aspetti delle due ruote. E non da meno far capire quanto è importante rispettare l’ambiente montano e lasciar il meno possibile traccia del nostro passaggio.
Ma infine che dire quando s’incontra un po’ di fango? Non vogliamo sentirci ancora bambini ?… e allora via a tutta velocità.

* Assicuratore per lavoro, frequenta la montagna fin da piccolo: nei mesi invernali si dedica allo sci alpinismo e alle cascate di ghiaccio, e quando arriva la bella stagione all’alpinismo su roccia e ghiacciaio. Ma per tutto l’anno non abbandona mai la fidata bicicletta, grazie alla quale è diventato guida di mountain bike.

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