Locale, nazionale e globale: le possibili declinazioni della Convenzione

29 novembre 2014

All’indomani della chiusura della XIII Conferenza delle Alpi di Torino il dibattito si anima in rete. I discorsi dei ministri dei paesi alpini, i temi affrontati, le persone intervenute e il bilancio del biennio di segretariato italiano hanno scatenato il dibattito intorno alla “Costituzione delle Alpi”, che nei prossimi anni sarà destinata ad avere, o non avere, un grosso peso nel riassetto organizzativo della montagna europea.
Abbiamo voluto riprendere una discussione per certi versi emblematica, realizzata da tre figure, giovani, che a vario titolo si stanno spendendo intorno ai temi relativi alla montagna: Federica Corrado, ricercatrice presso il Politecnico di Torino, intervenuta in qualità di Presidente di Cipra Italia, Marco Bussone, autorevole esponete dell’Uncem Piemonte, e Roberto Colombero, sindaco del piccolo Comune di Canosio in Valle Maira, e Presidente dell’omonima Unione montana. Impegnati nel tentativo di declinare, nell’ordine, i principi della Convenzione a livello internazionale, nazionale e comunale.

Marco Bussone: due anni di Presidenza italiana della Convenzione delle Alpi, che si concludono a Torino con la Conferenza dei Ministri dell’Ambiente. Ma adesso, mentre l’Italia cede questo ruolo alla Germania, si useranno i documenti e i tanti protocolli, le tante proposte, i tantissimi progetti, per costruire una vera politica italiana per la montagna, attuando finalmente l’articolo 44 della Costituzione? Il Parlamento sa quanto è stato fatto nel biennio di Convenzione? Sa che vi è una legge per la montagna, la 97/94 mai applicata? Il Fondo nazionale per la montagna, oggi azzerato, potrà essere reintrodotto? Si potrà arrivare a una rapida approvazione del ddl Borghi-Realacci su Montagna e piccoli Comuni? Se tutto questo non verrà fatto, il biennio di presidenza italiana della Convenzione delle Alpi sarà stato (forse) inutile.

Roberto Colombero: basta guardare la realtà per dare una risposta alle tue domande. Parole tante (e care), politiche costruttive poche. E mentre tutta questa gente parla, noi dobbiamo smazzarci gli infiniti problemi. Evitiamo tanti convegni, convenzioni, ecc. Il problema della montagna è uno e uno solo: il diritto alla rappresentanza. Risolto quello, poi possiamo filosofare. Troppo pochi i parlamentari (e grazie per chi lavora per la montagna).

Federica Corrado: devo dire che il giudizio di Roberto Colombero un po’ mi stupisce. Mi stupisce perché immagino che, conoscendo bene la Convenzione, sappia quanto invece l’aspetto della rappresentanza degli abitanti della montagna costituisca un elemento importante della Convenzione stessa. E conoscendo il valore giuridico della Convenzione immagino che avrà presentato osservazioni in merito a chi di competenza. Ma mi stupisce ancor più il fatto che, proprio vivendo in Valle Maira, luogo che ha compreso il senso delle reti lunghe, non riesca a trasferirne l’importanza all’interno della regione alpina, perché in qualche modo proprio queste reti stanno alla base dei lavori che accompagnano ancora oggi l’operato della Convenzione. Certo la Convenzione ci mette a confronto con altri paesi, in alcuni casi le cose vanno decisamente meglio in altri no, ma siamo poi così sicuri che una visione localistica paghi sempre? Siamo sicuri che il confronto-accordo con altri Paesi non sia invece servito a migliorare alcune situazioni o arginare altri eventuali problemi tutti italiani? Facciamo pure una riflessione critica su questo, ma parlare di inutilità della Convenzione mi pare francamente eccessivo…
Roberto Colombero: Federica, a me piacerebbe avessi ragione. E rispetto i ruoli di tutti. Non ho detto che la convenzione sia inutile. Ho detto che noi non attraversiamo il deserto. Non arriviamo vivi dall’altra parte senza rappresentanza. E sono un po’ stanco che tutti ci insegnino cosa dovremmo fare, ma nella realtà non si può fare nulla perché alla politica non interessa. Federica, prova a fare il sindaco in Valle Maira un mese, e poi ne riparliamo.
Marco Bussone: i documenti della Convenzione sono veramente interessanti. Ottimi spunti, concetti espressi bene, positivi. Dagli interventi di stamani, si capiva benissimo quanto però vi siano stati che li usano per legiferare – Germania, Svizzera, Austria – e altri che, più marginalmente, li esaminano per metterli, forse, in un cassetto. Credo che avesse ragione il Ministro svizzero nel dire che la Convenzione dovrebbe proporre cose concrete, coinvolgere di più i soggetti presenti sul territorio e lavorare con meno parole e più fatti. L’utilità della Convenzione, in queste direzioni, diventerebbe più chiara.
Roberto Colombero: e aggiungo, Federica, che purtroppo mi piacerebbe avere il tempo di seguire la discussione e portare il mio contributo all’interno della Convenzione, della Macroregione, ecc., ecc. Ma sono momentaneamente impegnato ad assolvere a leggi folli che mi obbligano a cercare di mettere insieme personale che non ho, risorse che non ho, funzioni che non ho, servizi che non ho… Il tutto entro il 31 dicembre, dimostrando di poter fare tutto meglio, con meno soldi e persino col sorriso e l’entusiasmo. E ovviamente gratuitamente perché tanto il nostro impegno istituzionale lo si fa per la gloria. Quindi dovremmo anche trovare il tempo di fare il nostro lavoro perché nessuno ci dà da mangiare per seguire la nostra passione, che resta sempre e comunque la montagna (di chi ci vive).
Federica Corrado: io credo che in realtà stiamo remando tutti nella stessa direzione: la vivibilità della montagna. E anch’io i chilometri che faccio tutte le settimane per confrontarmi con le tante comunità dell’arco alpino italiano e non solo, li faccio gratuitamente mossa propria dalla passione che ci accomuna per la montagna, dove anch’io abito. Mi faceva piacere ricordarvi in qualche modo che certamente la convenzione non è la panacea di tutti i mali ma è un documento che abbiamo a disposizione e abbiamo il diritto/dovere di far rispettare. In Germania e in Austria sono state presentate istanze relative a inadempienze rispetto ad alcuni protocolli. Ma mi rendo conto che Roberto abbia più di mille questioni legate al suo locale, così come te Marco. Allora uniamo le forze proprio per essere presenti con i problemi VERI a tutti i livelli territoriali, usando gli strumenti che abbiamo a disposizione. Cipra è assolutamente disponibile in questo senso.
Maurizio Dematteis

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