La strategia di Merano

23 dicembre 2020

Gli scienziati ribadiscono che abbiamo al massimo 10 anni per fermare il cambiamento climatico e contenere il riscaldamento planetario. In seguito, essi saranno fuori controllo e l’unica strategia sarà la reazione alla crisi sconosciuta che ne conseguirà.
Il centro di ricerca applicata Eurac, che ha accompagnato il Comune di Merano nell’elaborazione del suo piano di adattamento, stima che in assenza di una qualsiasi azione preventiva o reattiva l’Europa subirebbe, entro la fine del secolo, un aumento della temperatura media rispetto ai livelli preindustriali di 4 °C. Un tale aumento renderebbe ogni strategia di adattamento irrilevante a causa del collasso del sistema globale.
La lotta al riscaldamento è dunque prioritaria; vanno evitate tutte le attività che contribuiscono ad una sua accelerazione, e i Comuni devono mettere in atto una doppia strategia:
- Abbattimento radicale delle emissioni di CO2 grazie a politiche trasversali in diversi settori e adattamento della società e dell’economia a questo nuovo paradigma;
- Adattamento agli effetti sul territorio di un aumento globale della temperatura di 2 °C (obiettivo di Parigi).

L’adattamento
Elaborando il Piano d’Azione, l’amministrazione comunale uscente ha messo a punto una strategia di ampio respiro e Merano è uno dei primi comuni in Alto Adige a dotarsene. È stata fatta una valutazione dei rischi e della vulnerabilità al cambiamento climatico del proprio territorio, e sono stati analizzati diversi ambiti della vita sociale ed economica puntando a preservare la qualità della vita della cittadinanza. Si è espressa inoltre la volontà di conservare la vocazione di Merano come “città di cura” e “città giardino”.
Circa 70 esperti, di diversi settori del Comune, della Provincia e di vari gruppi di interesse, sono stati coinvolti nella valutazione degli impatti climatici e delle misure di adattamento ad essi. E anche il Parlamento dei giovani della Convenzione delle Alpi (Ypac) ha contribuito, formulando 10 raccomandazioni. Da oggi al 2030, dovranno essere perseguiti gli obiettivi del Piano, attuando 19 misure concrete, per le quali sono stati definiti responsabilità e costi.

Obiettivi chiave
I principali pericoli climatici per Merano saranno le onde di calore, la siccità e l’aumento di eventi estremi come tempeste ed intense precipitazioni.
Sono da sottolineare, fra tutti, tre obiettivi chiave e vari interventi ad essi correlati:
- Riduzione del sovraccarico termico e creazione di aree di riparo, soprattutto in area urbana. Verranno scattate fotografie ad infrarossi per individuare le isole di calore nel comune. Nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni stradali ogni due parcheggi deve esserci un albero, con una aiuola di circa 2,5 x 3,0 m; in questo modo gli alberi formeranno vaste zone d’ombra, con una modesta riduzione dei posti auto.
- Misure di sostegno alla popolazione nei quartieri: possibili comunicazioni di allerta durante i periodi con ondate di calore, divulgazione di raccomandazioni comportamentali per le fasce vulnerabili, ad esempio anziani e bambini, creazione di una rete di volontari per aiuti concreti nei quartieri. Nuove costruzioni o ristrutturazioni di scuole e asili, come “ricoveri termici”.
- Prevenzione e riduzione del rischio di inondazioni: Ammodernamento dello storico sistema dei canali di irrigazione, previa costituzione di un gruppo di lavoro che li controlli ed amministri in modo coordinato, salvaguardandone la funzione ecologica. Separazione delle acque irrigue da quelle piovane. Installazione di bacini di ritenzione dell’acqua piovana nell’area urbana. Creazione di una banca dati delle operazioni dei vigili del fuoco, allo scopo di monitorare le zone problematiche.

Piano collettivo
Il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile ed il Clima (Secap) è stato approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale; esso è un documento di lavoro dinamico, da adattare nel tempo. In un’ottica di condivisione del sapere, oltre che di creazione di reti e banche dati comuni per la comprensione dei fenomeni, l’elaborazione collettiva del Piano è già di per sé un risultato importante.
Le misure del Piano necessitano della collaborazione di cittadine e cittadini, perché ci stiamo rendendo conto dell’immenso valore di spazi pubblici accoglienti e di reti solidali di comunità. La pandemia ha messo in luce l’enorme quantità di risorse positive che siamo in grado di condividere, a vari livelli. In questi mesi sono nate iniziative spontanee per l’aiuto ad anziani e famiglie in difficoltà, un segnale positivo di come la collettività riesca ad agire velocemente ed efficacemente per il bene comune.
Ormai siamo coscienti di come il cambiamento climatico non riguardi solo l’ambiente, ma sia un’allarmante questione sociale. L’imponente sfida che ci attende è di preparare in modo adeguato la cittadinanza, oltre che le strutture della città, alle conseguenze del mutamento climatico.
Madeleine Rohrer e Claudia Bellasi

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