La Consulta dei Giovani della CIPRA, un anno dopo

2 ottobre 2014

Mi trovo in treno di ritorno dall’ultimo incontro della Consulta dei giovani della Cipra, a riflettere su questo percorso iniziato quasi un anno fa a Bolzano e che, passo dopo passo, sta prendendo forma.
La Cipra, Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi, ha preso l’importante decisione di includere i giovani in modo formale nel proprio statuto. E così nel settembre del 2014 è nata la Consulta, un organo consultivo formato da giovani dai 14 ai 25 anni dei paesi dell’arco alpino, la cui visione è quella di promuovere idee concrete riguardanti uno stile di vita sostenibile nelle Alpi ed avere, come rappresentanti della nostra e delle future generazioni, un impatto nella società che vive in quest’area. Questa visione è realizzabile attraverso una forte connessione tra il livello locale, nazionale e macroregionale.
La consulta identifica ogni anno una tematica rilevante che verrà approfondita assieme a giovani, esperti e attori rilevanti, al fine di problematizzarla e condividere le esperienze di successo, in un processo di apprendimento reciproco fra coloro che si sentono coinvolti.

Al fine di poter compiere questa ambiziosa missione di cui ci siamo assunti la responsabilità, è importante avere a disposizione conoscenze e strumenti per rafforzare la nostra voce. Per questo sono stati molto utili i due workshop del programma europeo Youth in Action sulla partecipazione giovanile per la sostenibilità, che ci hanno supportato nella strutturazione del lavoro e nel darci la motivazione di continuare con questo percorso.
Da settembre il numero dei membri è cresciuto e da 7 abbiamo raggiunto i 12 membri. Nonostante ciò, rimane aperta la questione di riuscire a dare alla consulta una continuità nel lungo periodo. Questo è possibile coinvolgendo attivamente i più giovani e al tempo stesso costruendo una rete di relazioni per la condivisione delle esperienze.
Personalmente, in questo primo anno d’esperienza alla CYC ho avuto la possibilità di conoscere persone che, come me, sentono dentro di sé il dovere di partecipare attivamente a questo processo di cambiamento, di avvicinarmi alle questioni aperte che concernono l’ambiente alpino e di capire la ricca diversità che è contenuta in questa macroregione.
Cristina Dalla Torre

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