L’unione fa la forza?

16 giugno 2010

L’ipotesi avanzata dal Governo centrale alcuni mesi fa di accorpare i comuni sotto i 5000 abitanti, molti dei quali compresi all’interno del territorio montano, ha causato la sollevazione della maggioranza di sindaci e cittadini, timorosi di perdere il proprio “campanile”. Ultimamente però, forse anche a causa della crisi economica che continua a “mordere” le risorse per i pubblici servizi, alcuni consigli comunali si sono mossi in controtendenza. E’ il caso di Montalto e Badalucco, paesi liguri dell’entroterra imperiese, compresi nelle comunità Montane Argentina Armea e Montana Imperia 2, meno di 400 abitanti il primo e poco più di mille il secondo, che hanno deciso di unirsi. «Ci siamo incontrati con Badalucco per valutare quanto prevede la legge in materia – spiegano gli amministratori di Montalto -. E abbiamo constatato che la Liguria non ha ancora nessuna unione di comuni, benché vi sia una legge da diversi anni che prevede questo soggetto in ottica di condivisione dei servizi e risparmi. Le possibilità di riunirci, ognuno mantenendo il “proprio campanile”, oggi ci sono». Quali i vantaggi di un’Unione tra comuni? «Si pensi ad un piano regolatore unico, al personale in comune, alla gestione dei rifiuti e a tutti quei servizi sempre più indispensabili – continuano -. Se la legge lo impone non si arriva da nessuna parte. Mentre noi siamo intenzionati ad arrivarci volontariamente».
Ma c’è di più. L’unione tra comuni non è l’unica azione di “razionalizzazione” contemplata dalla legge italiana. Esiste anche la possibilità di “fondere” più comuni in un nuovo soggetto amministrativo, con nuovo nome, giunta e sindaco. In questo caso sì, rinunciando per sempre al “proprio campanile”. E’ quello che stanno cercando di fare le giunte di cinque piccoli comuni della Comunità montana Val Sessera, Valle di Mosso e Prealpi Biellesi: Casapinta, 448 abitanti, Strona 1.174, Soprana 835, Mezzana Mortigliengo 647 e Crosa 336. «Abbiamo chiesto alla Provincia di Biella e all’Anci di informarsi sulla possibilità di creare un unico comune di oltre 3 mila abitanti. Spiega il sindaco di Casapinta Mauro Fangazio -. Attualmente gestiamo alcuni servizi con gli altri comuni: dal segretario comunale alle scuole. Ma ora si tratta di diventare un soggetto unico, in modo da renderci più “interessanti” agli occhi di Provincia e Regione. Ma per fare questo passo dobbiamo prima capire bene a cosa andiamo incontro, poi indire un referendum popolare e quindi creare un consiglio comunale nuovo». I cinque comuni in epoca medievale erano uniti sotto il nome comune di Mortigliengo. Poi “l’indipendenza”, e oggi il tentativo di tornare insieme. Tentativo già sperimentato qualche anno fa ma abbandonato proprio per “problemi di campanilismo”. «Alla base di tutto il processo – conclude il sindaco Fangazio – c’è la volontà delle amministrazioni comunali di razionalizzare senza far mancare niente alla popolazione. Cosa possibile grazie all’aumento dei contributi regionali e provinciali dettati dal maggior numero complessivo di abitanti del nuovo comune». Sarà la volta buona?
Maurizio Dematteis

I commenti sono chiusi.

Replica








Web design e sviluppo: Resonance