Il riscatto dell’Appennino

31 gennaio 2014

Il titolo su greenreport.it, testata giornalistica livornese, desta la nostra attenzione: “Il rilancio del Paese passa dalla montagna. Arrivano gli Stati generali dell’Appennino”.
Finalmente qualche novità anche dai sonnecchiosi Appennini, ci siamo detti in redazione, dove sembra che nulla si muova mai. Siamo subito partiti con un’opera di investigazone: l’evento, organizzato dal Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campagna, Apt Regione Emilia Romagna e Slow Food Italia, si è tenuto a Bagni di Romagna dall’8 al 10 novembre scorsi. Abbiamo chiesto all’amico Leonardo Moretti, dell’Associazione Fumaiolo Sentieri, di partecipare agli incontri anche come “ambasciatore” di Dislivelli. E questo è il resoconto che ci ha mandato: «Innanzitutto c’erano un sacco di personalità, a partire da Piero Fassino (Presidente Anci e Sindaco di Torino), Enrico Borghi (Presidente Uncem e Deputato), Gianluca Benamati (Deputato), Simonetta Saliera (Vicepresidente Regione Emilia Romagna), tre assessori regionali di Emilia, Toscana e Umbria, ecc. ecc. E dato il livello di partecipazione politica, devo dire che sono rimasto un po’ sorpreso dal fatto che l’evento non sia stato minimamente pubblicizzato a livello locale. Prova ne è il fatto che di “autoctoni”, tolti i sindaci, eravamo solo in due. Ma a parte questo, la cosa interessante è stata che finalmente si è iniziato a parlare di Appennino e di futuro per questa parte d’Italia, iniziando ad affrontare la tematica dell’economia di montagna in maniera organica e mirata al contesto appenninico. Dopodiché il problema di questo tipo di eventi è, come sempre, la mancanza di concretezza, per cui è vero che finalmente si è intavolato un discorso, ma ahimé, mi è parso di capire che siamo ancora molto all’inizio, e al di là dell’enunciazioni di principi ed intenzioni assolutamente condivisibili, nel concreto non ho colto nessuna azione o strategia politica specifica da proporre o già messa in atto. L’intervento più mirato e apprezzato è stato quello di Enrico Borghi, presidente dell’Uncem da tanti anni, piemontese come voi e già amministratore locale. Si è capito subito che conosce molto bene le problematiche di cui parla».

Ottimi presupposti per far partire una riflessione concreta, che uniti all’impegno preso dagli organizzatori di presentare un manifesto con i risultati del lavoro della tre giorni da presentare al Governo in febbraio, fanno ben sperare per il futuro di questi luoghi.
Dal Comune di Costacciaro, in Provincia di Perugia, luogo eletto per la presentazione del Manifesto dal titolo “Sviluppo rurale nelle Aree interne: opportunità e scelte”, ci hanno fornito alcune anticipazioni che si potranno trovare sul documento che diverrà pubblico nel mese di febbraio. Si legge nella premessa: «Proporre una nuova idea di montagna partendo da due grandi temi drammaticamente attuali: quello dei giovani e quello del lavoro, temi intrinsecamente legati ad un possibile futuro delle nostre Comunità Appenniniche». E continua dicendo: «Esiste la possibilità di rimettere al centro di una elaborazione di livello nazionale, il ruolo che le zone definite marginali possono avere nella costruzione di una economia locale di nuova concezione, ma profondamente legata alle radici culturali, produttive e socio culturali di un territorio? Possiamo ridefinire il ruolo dell’agricoltore/allevatore/pescatore in un quadro moderno, attuale, in cui questa importantissima funzione produttiva possa essere attrattiva per le nuove generazioni?». E conclude dicendo: «Pensiamo di sì, ma sono necessari interventi articolati capaci di trasformare la montagna in risorsa, facendola uscire dalla semplice logica del sussidio, rimarcando la necessità di essere compensata e sostenuta al fine di esprimere tutte le potenzialità che possiede; ma tutto questo è possibile raggiungerlo solo partendo da una consapevolezza comune che è quella della centralità dell’uomo “consapevole” nel territorio in cui vive».  Dove con il termine “uomo consapevole” si vuole indicare quelle persone che vivono all’interno di un territorio nel rispetto di quel territorio.
Il documento si articola poi nell’analisi dei settori dell’agricoltura, industria e artigianato, lavoro pubblico e società partecipante e turismo. Concludendo con una riflessione sulla possibilità di invertire le tendenze in atto, e prevedere nuove politiche indirizzate al rilancio delle aree interne.
Maurizio Dematteis

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