Con la rete di montagna il residente ci guadagna

6 settembre 2014

Internet sta diventando uno strumento sempre più rilevante all’interno delle attività imprenditoriali e della vita quotidiana in montagna: uno strumento che offre una più efficace comunicazione e una maggiore visibilità per le attività produttive e migliora la qualità di vita attraverso l’accesso ai servizi digitali. La rete è ormai arrivata in alta quota, entrando persino nelle baite più isolate. Anche se poi in alcuni casi, ci segnalano i residenti, si verifica una qualità del segnale che non permette alcune banali operazioni quali l’invio di una mail o il pagamento di un bollettino postale. E allora il montanaro cerca soluzioni alternative: dallo spostamento chilometrico in auto con la speranza di trovare una zona coperta dal segnale digitale, alla stipula di abbonamenti satellitari, molto costosi, per entrare nel magico mondo digitale. Tutto pur di restare connessi alla rete e di cogliere le opportunità, in alcuni casi vere occasioni di crescita dell’attività, del mondo di internet.

E’ il caso di Andrea e Silvia, dell’alpeggio Pravareno della Val Cenischia, che dopo una laurea in scienze forestali e una quasi laurea in ingegneria ambientale decidono di intraprendere l’attività di allevatori in quota, affidandosi a internet per la vendita dei loro prodotti. Il loro formaggio d’alpeggio si trova sugli scaffali digitali a disposizione della platea globale assieme alle immagini del territorio in cui viene prodotto. E l’uso delle e-mail ha inoltre facilitato la gestione dei contatti dei clienti affezionati che ormai con un semplice click ordinano il quantitativo di prodotto desiderato. Ma non solo: la rete è stata anche mezzo per la ricerca di personale per la stagione estiva, attraverso facebook il social network più famoso al mondo: «Cerco pastori da aprile in avanti, prima in cascina per gestione di vacche e pecore, poi in alpeggio. Possibilmente con esperienza. La mungitura si fa a mano sia delle vacche che delle pecore e poi delle capre in alpeggio, pascolo più lavoro in caseificio. Zona Piemonte Val Susa».

Altra situazione, qualche km più a ovest, dove Tiziano e Roberta, da anni gestori di una scuola di sleddog a 1700 metri, a Moncenisio, decidono di aumentare la loro clientela attraverso i cosiddetti “pacchetti avventura”, la cui gestione avviene per lo più tramite internet. Dopo qualche difficoltà iniziale legata principalmente alla connessione, ora la promozione pare funzionare al meglio, producendo anche inaspettati vantaggi: «Posso dedicare la maggior parte del tempo all’attività della scuola, ottenendo una vetrina ben più ampia degli sforzi che si farebbero con metodi pubblicitari più tradizionali».
Ma accanto alle storie a lieto fine, si trovano quelle “irrisolvibili”, nonostante tutte le buone intenzioni: è il caso di Stefania, che gestisce un agriturismo d’alta quota (a Mompantero www.ladarbunera.com) e che, nonostante i vari tentativi da parte dei tecnici pronti ad offrire le più disparate (e costose) alternative, considera la connessione internet come un miraggio. Nulla. Impossibile per lei usufruire dei vari servizi telematici per la sua attività: gestione dei fornitori e trasmissione di documenti. E impossibile anche contattare amici e partenti, effettuare pagamenti on-line e acquisti tramite e-commerce. Pare proprio che in questo caso l’aspetto orografico prevalga su wi-fi e connessioni satellitari.
L’importanza dell’essere connessi in rete pare ormai recepita e la presenza di un buon segnale è addirittura diventato un elemento di valutazione nella scelta per un eventuale insediamento di nuove attività. Speriamo che in futuro la tecnologia vada incontro anche a quelle zone che oggi ancora si trovano isolate.
Erwin Durbiano

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