Comuni alpini per la biodiversità attraverso la cooperazione internazionale

31 gennaio 2014

La tutela dell’ambiente e della diversità possono costituire un elemento di sviluppo per piccoli comuni di montagna attraverso progetti di cooperazione internazionale? In un periodo di crisi economica, dove gli amministratori sono spesso chiamati a fronteggiare emergenze diventate oramai ordinarie, con risorse sempre minori, si potrebbe ritenere che temi come ambiente, paesaggio e biodiversità siano secondari e che non meritino attenzione. Invece ci sono dei comuni alpini i cui amministratori hanno voluto mettersi in gioco e percorrere anche la strada della protezione della biodiversità e della natura tramite progetti di cooperazione internazionale. Sta per entrare nel concreto il programma dynAlp-nature della Rete di comuni Alleanza nelle Alpi attraverso il quale alcuni dei comuni membri prendono parte a progetti di cooperazione internazionale imperniati sulla tutela della biodiversità. Quattro sono i progetti che riguardano rispettivamente la tutela delle zone umide, la conservazione del paesaggio e la tutela della biodiversità attraverso l’agricoltura di montagna, la gestione dei flussi turistici e la gestione degli spazi verdi urbani. Piccoli comuni come Fenestrelle, Massello, Ostana e Usseaux, in Piemonte, Ardesio in Val Seriana, Lombardia, Budoia e la Comunità Montana del Friuli Occidentale, le Comunità di valle di Fiemme e del Primiero in Trentino  si accingono a cooperare per i prossimi due anni con comuni di Francia, Svizzera, Austria, Germania e Slovenia.  Il programma dispone di un budget di 164.000 euro destinati ai comuni, i quali si sono impegnati a cofinanziare con proprie risorse per un importo analogo. Piccole cifre, che ovviamente non saranno sufficienti a risolvere i problemi, ma che si auspica possano innescare processi virtuosi di lungo termine.

Con il motto “biodiversità in tavola”, attraverso la promozione delle produzioni agroalimentari, si vuole fornire uno stimolo per rilanciare forme di agricoltura adatte ai luoghi, coinvolgendo agricoltori e operatori commerciali e rendendo i consumatori consapevoli dell’importanza dell’agricoltura di montagna per il paesaggio e la biodiversità. Perché un progetto sulle zone umide? Le zone umide giocano diversi ruoli essenziali: esse contribuiscono a mantenere e migliorare la qualità dell’acqua, regolano il regime idrogeologico ed il microclima e costituiscono un serbatoio di biodiversità. Uno degli obiettivi del progetto è quello di preservare, ripristinare e valorizzare le zone umide di montagna e far conoscere l’importanza delle zone umide a cittadini, operatori turistici e turisti. Il tutto avverrà in un contesto di reciproco confronto e scambio a livello internazionale, mediante piccole azioni pilota ed escursioni sul campo, con il supporto di animatori ed esperti.
Francesco Pastorelli

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