Cerlogne et les autres

14 luglio 2010

Spazzacamino, aiuto cuoco, soldato e sacerdote. Una vita itinerante, quella di Jean-Baptiste Cerlogne, originario di Saint-Nicolas, in Valle d’Aosta. Nato nel 1826 in una famiglia contadina, a 11 anni parte per Marsiglia dove lavora come spazzacamino e come aiuto cuoco all’Hotel des Princes. Un’esperienza, quella da spazzacamino, che racconterà nelle sue intense poesie in patois. Quella in cucina, invece, gli sarà utile per entrare come cuoco al seminario di Aosta. Qui scopre la sua vocazione al sacerdozio. Nel 1978 gli viene assegnata la prima parrocchia, a Champdepraz; a questo incarico ne seguono molti altri in giro per il Piemonte e la Valle d’Aosta. La morte lo coglie a Saint-Nicolas nel 1910.
In seminario, Cerlogne scopre anche un’altra vocazione, quella alla scrittura in patois: poesie, canzoni, inni, traduzioni. Oltre alla composizione poetica, che lo accompagna per tutta la vita, Cerlogne si occupa con rigore della redazione di un dizionario e di una grammatica del patois. Per la serietà che contraddistingue i suoi studi, l’abbé Cerlogne entra in contatto epistolare con i più importanti dialettologi europei: Paul Meyer, Costantino Nigra, Carlo Salvioni e ancora Mariéton, Morf, Zuccaro, Rousselot, Mistral. Le lettere, che raccontano di un inteso scambio scientifico e umano anche con molti intellettuali valdostani, confermano la sua straordinaria apertura. La lingua materna, così amata perché veicolo dei sentimenti più intimi, diventa occasione di confronto e scambio intellettuale in una prospettiva che supera localismi e particolarmi etnocentrici.
La mostra “Cerlogne et les autres”, inaugurata il 2 luglio 2010 presso il Musée Cerlogne di Saint-Nicolas, resterà aperta fino al 30 settembre. «Attraverso lettere, documenti e scritti – sottolineano Alexis Bétemps e Christiane Dunoyer, neo presidente del Centre d’Etudes francoprovençales, – la mostra vuole essere un omaggio al poeta valdostano, ma anche alla sua capacità di intessere relazioni internazionali a partire da un sapere locale. Il tema della mostra sarà anche l’argomento della Conferenza annuale organizzata in dicembre dal Centre d’Etudes a cui sono invitati importanti linguisti italiani e europei».
Valentina Porcellana

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