Alpi abbeveratoio d’Europa. Finché dura…

9 settembre 2013

Le Alpi ospitano le sorgenti dei più grandi corsi d’acqua europei. Come il Reno, che nasce nel Canton Grigioni, in Svizzera. Lungo un percorso di circa 1250 chilometri la sorgente si trasforma in un grande fiume. Il suo bacino imbrifero si estende per 218.300 chilometri quadrati, due volte e mezza la superficie dell’Austria. La Germania, la Francia, il Liechtenstein, i Paesi Bassi, l’Austria e la Svizzera sono lambiti dal Reno. Il Lago di Costanza fornisce acqua potabile a circa quattro milioni di abitanti.

Il Po, dal Monviso, attraversa e bagna tutta la pianura padana per oltre 650 chilometri di lunghezza e un bacino di circa 71.000 chilometri quadrati, fornendo acqua a coltivazioni, industrie e grandi città del Nord Italia. Il Rodano dai ghiacciai del Vallese, in Svizzera, fornisce acqua al Lago Lemano per poi attraversare la Francia e gettarsi nel mediterraneo dopo oltre 800 chilometri.
Bastano questi dati a mettere in evidenza l’immensa responsabilità dei Paesi alpini. Sono loro alle origini di questo bene prezioso e limitato che è l’acqua. Con le loro azioni o mancate azioni esercitano un ruolo fondamentale in materia di protezione e utilizzo. Le località confinanti o a valle delle Alpi dipendono dalla “consegna” di un’acqua pulita.
L’agricoltura ne ha bisogno per irrigare, le società energetiche la desiderano per produrre corrente, gli ambientalisti per salvare i pesci e la biodiversità fluviale, le stazioni sciistiche per garantire l’innevamento artificiale e il nostro vicino di casa per riempire la sua piscina. Se ci si limita a un approccio settoriale, la lotta per accaparrarsi la risorsa finita acqua produce conflitti d’uso irrisolvibili.

Fino a pochi decenni fa, non vi era alcun dubbio sul fatto che l’acqua non appartenesse a nessuno e quindi a tutti. L’approvvigionamento idrico veniva considerato una “res publica”, un compito della comunità, dei Comuni, dello Stato. Solo la mano pubblica si pensava fosse in grado di garantire una distribuzione equa e giusta. Ma i dibattiti in corso in tutti i paesi dell’Unione Europea sulla privatizzazione dell’acqua potabile indicano che questo principio sacrosanto è andato perduto. Sono state necessarie ampie resistenze della popolazione contro la privatizzazione dell’acqua potabile, o alla sua distribuzione, in Germania, un referendum nazionale in Italia, o azioni contro la costruzione di centrali idroelettrica in Svizzera e Austria per sancire e rivendicare il diritto all’acqua.
Da questo si presagisce che nei prossimi decenni la pressione sui nostri corsi e specchi d’acqua aumenterà. Si tratta di individuare soluzioni che abbiano una prospettiva a lungo termine. Un approccio settoriale non tiene conto della complessità e delle sfide: c’è bisogno di concetti e strumenti integrati, in grado di coordinare le diverse rivendicazioni d’uso, di stabilire delle priorità e possibilmente di favorire le sinergie tra i diversi fruitori, ma anche tra chi sta a monte e chi sta a valle.
La Cipra, che dieci anni fa presentò una proposta di Protocollo Acqua nell’ambito della Convenzione delle Alpi, nel 2013, dichiarato dall’Onu Anno Internazionale della cooperazione nel settore idrico, riprende il tema della gestione delle risorse idriche e lo affronta  in occasione del suo convegno annuale, dal 10 al 12  ottobre prossimi, a Bolzano.
I partecipanti alla conferenza avranno la possibilità di approfondire assieme agli esperti le seguenti questioni chiave: quali sono le conseguenze del cambiamento climatico sul bilancio idrico delle Alpi? Come possono avere accesso a questa risorsa soggetti diversi senza precluderne l’accesso ad altri? Possono convivere diverse forme di utilizzo senza compromettere l’integrità ecologica dei corsi d’acqua e a quali condizioni? Che ruolo può avere la società nella gestione di un bene così prezioso?
Al termine del convegno, i partecipanti potranno prendere parte a escursioni sul territorio della regione che li ospita, dove verranno mostrati esempi di riqualificazione fluviale realizzati con successo.
Francesco Pastorelli

Per maggiori informazioni:
http://goo.gl/YllNsF
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