Sweet Mountains: il battesimo di Terra Madre

4 novembre 2014

Non si può parlare di una vera e propria “inaugurazione”, anche se il sito è finalmente visitabile, anche se è iniziata la promozione sul campo, anche se parallelamente ai Luoghi, da oggi, ci rivolgiamo soprattutto ai loro visitatori, cioè al vasto pubblico che cerca un turismo dolce e responsabile sulle Alpi, anteponendo l’esperienza creativa della vacanza al consumo del territorio. Non si può propriamente parlare di “inaugurazione” perché un progetto condiviso con il territorio non si inaugura ma piuttosto si consolida, misurando la fiducia reciproca e incrociando le buone idee e le buone pratiche che potranno rendere vincente la rete sweet. Invece si può certamente parlare di un battesimo pubblico a Terra Madre, perché i primi fruitori (turisti, curiosi, interessati) hanno scoperto l’esistenza di una rete ricettiva alternativa alle rotte del turismo di massa, una costellazione di Luoghi e Satelliti pronti a ospitare, dialogare, suggerire, e aprire le porte del territorio. Degli ospiti premurosi e capaci di offrire al turista una vacanza sostenibile in termini ambientali, etici ed economici.

Nel corso della cinque giorni di Terra Madre è stato più chiaro che mai che i Luoghi di Sweetmountains – agguerriti e partecipi anche nella gestione dello stand – saranno i presidi del turismo dolce, non certo per competere con i presidi del gusto ma – al contrario – per integrare il gran lavoro che è stato fatto sul cibo negli ultimi vent’anni con il lavoro, ancora largamente insufficiente, che va fatto sul turismo alpino e montano.
Come già scrivevo nel 2002 nel libro “La nuova vita delle Alpi” (Bollati Boringhieri), «nel quadro complesso delle Alpi all’alba del terzo millennio si possono delineare tre insiemi, tre priorità, tre snodi cruciali: agricoltura, turismo e trasporti. Come nel gioco della carta, della pietra e delle forbici (la carta avvolge la pietra, la pietra spacca le forbici, le forbici tagliano la carta) si tratta di tre insiemi di problemi indissolubilmente interconnessi, ed è ingenuo e illusorio pretendere di risolvere l’uno senza intervenire sull’altro. Proprio la visione parziale delle questioni ha portato alcune valli al collasso e altre all’abbandono, con una configurazione a macchia di leopardo che evidenzia miopie di visione ed errori di programmazione. Agricoltura e turismo: è dimostrato che l’una non può vivere in assenza dell’altro, e viceversa: solo un equilibrio integrato garantisce un futuro di qualche respiro. L’agricoltura senza il turismo non è in grado di reggere l’economia alpina, ma il turismo senza agricoltura snatura in breve tempo l’identità locale, altera il paesaggio, globalizza i prodotti e sottomette la montagna all’economia di città».

Il matrimonio tra Sweet e Slow è la strada obbligata per garantire un futuro alla montagna, per mantenere sul posto le imprese sane che difendono la qualità del territorio e attirare i nuovi montanari verso buone pratiche di coltivazione, cura e ospitalità. Come i Presidi Slow sono sempre stati tacciati di debolezza rispetto alla grande produzione alimentare, eppure hanno cambiato il mondo dell’alimentazione contemporanea, i Luoghi Sweet possono cambiare il turismo alpino con un approccio artigianale di alta qualità, che non spreca energia, non ha bisogno di sostegni finanziari pubblici e insegna il rispetto dell’ambiente, lasciandolo integro per le future generazioni.
In questa collaborazione virtuosa agiscono vecchie e nuove professioni che intendiamo coinvolgere al più presto, nella convinzione che da soli si fa fatica ma insieme si può vincere. Innanzitutto le guide della montagna (guide alpine, guide naturalistiche, accompagnatori di Mtb, accompagnatori degli ecomusei, guide dei parchi naturali, ecc.), insieme agli esperti delle produzioni tipiche, agli studiosi di storia e architettura del territorio, ai promotori di cultura locale. Sarà tutto un gioco di scambi: turisti e abitanti, cercatori e dispensatori di esperienze, lontano e vicino, fuori e dentro, globale e locale. Il turismo sweet si basa sullo scambio e sul dialogo.

Non servono troppe parole, serve l’esperienza. Al salone del Gusto e Terra Madre è stato distribuito un semplice volantino giallo e rosa, recante questo messaggio:
«Se ami viaggiare per conoscere
Se adori l’esperienza della scoperta
Se non ti senti una merce, ma una persona
Se odi ritrovare la città in montagna
Se consideri la lentezza come una conquista
Se detesti conquistare e preferisci dialogare e comprendere…
la tua vacanza è Sweetmountains, la rete del turismo responsabile sulle Alpi».
Enrico Camanni

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