Paralup: dalla pietra alla carne

1 luglio 2014

Paraloup ha completato anche il suo secondo ciclo di recupero. E incomincia a vivere a pieno ritmo.
14 baite, a 1400 metri di quota in Valle Stura, provincia di Cuneo. Un tipico borgo abbandonato, come le altre 44 frazioni del comune di Rittana, svuotate da due guerre mondiali e dall’industrializzazione selvaggia degli anni ’50 e ’60. Tra il settembre del 1943 e l’aprile del 1945 sede della prima banda partigiana Italia libera di Giustizia e libertà. Restaurato ad opera della Fondazione Nuto Revelli Onlus con un duplice obbiettivo: di costituire un luogo di memoria, restituendo a quelle baite e a quelle pietre capacità di racconto. Ma anche, e forse soprattutto, riportare la vita in quella frazione delle Terre Alte. Invertire il flusso discendente, che per quasi un secolo ha deprivato quel territorio di persone e di speranza, e innescare un flusso ascendente, che restituisca ad esso una vocazione e una funzione sociale e culturale. Dimostrare, testardamente, che quella terra non è un vuoto a perdere. O una riserva indiana da visitare in una sorta di viaggio nel passato. Ma che lì si può ritornare a vivere una vita di qualità – non le condizioni disperate del “mondo dei vinti” –, in connessione non subalterna con il mondo urbano della pianura.

Per questo, nel Progetto-Paraloup, dopo aver rimesso in piedi i muri e restaurato le baite, accanto a una parte “museale”, chiamiamola così (museo del racconto, dove nel luogo stesso degli eventi è possibile ascoltare la narrazione dei protagonisti di allora, partigiani e montanari), abbiamo inserito una componente sociale e produttiva: una serie di attività (ristorazione, foresteria, produzione e vendita di prodotti locali). E le abbiamo affidate a un gruppo di giovani del luogo coraggiosi (Chiara, Manuel, Sara), che hanno voglia di mettersi in gioco con l’orgoglio della propria terra. Per questo, d’altra parte, stiamo lavorando con le amministrazioni comunali del luogo e con i piccoli proprietari, per promuovere una “Associazione fondiaria” che superando la piaga della frammentazione estrema della proprietà (la vera causa del declino dell’economia montana) favorisca un uso razionale dei terreni. Perché pensiamo che di solo turismo, o di seconde case, la montagna non viva: che i flussi di un turismo selezionato e intelligente abbiano senso solo se avvengono in un tessuto vivo, non in un deserto.

Per questo, infine, abbiamo lanciato l’iniziativa di crowdfunding “Parlapà Paraloup”, per raccogliere 8.000 euro che sono il minimo indispensabile per sostenere questo lavoro di promozione e diffusione della vita in altura, completare le attrezzature del rifugio (letti a castello) e del ristorante, sistemare gli esterni, aumentare la conoscenza delle iniziative che lì si terranno, con un fitto programma estivo e invernale. Chi volesse sostenere il progetto, può contribuire versando quote da 10, 50 o 100 euro attraverso il link www.produzionidalbasso.com/pdb_3693.html. Ogni donazione è fondamentale per realizzare un grande sogno: far rinascere la vita delle nostre montagne.
Marco Revelli

Info: www.paraloup.it

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