I cugini altoatesini del marchio Gallo Rosso

1 luglio 2014

Il Gallo Rosso è un marchio di qualità che garantisce ospitalità eccellente nei masi altoatesini, ottima ristorazione nelle osterie agricole, oltre all’alta qualità dei prodotti contadini e all’autentico artigianato contadino. Ne parliamo con Hans Kienzl, direttore dell’ufficio marketing.
Kienzl è una persona cordiale, preparata e basta fare due parole con lui per capire che crede fortemente nel “prodotto” che deve promuovere per lavoro. Ci spiega che tutto parte dal maso, la tipica abitazione rurale del Sudtirolo, che con il suo piccolo podere che misura in media 9,6 ettari, gestito su base famigliare, ha da sempre costituito non solo una realtà rurale, ma anche la meta di “vacanza”, a partire dalla metà ’800, di ricchi signori in cerca di qualche giornata di fresco. In pratica una sorta di paleo agriturismo nostrano. Negli anni ’90 però il settore va in crisi: il mondo sta cambiando e l’appena “discreta qualità del servizio offerto”, come ci spiega Hans Kienzl, “fa allontanare i possibili clienti”.

Quali le cause della crisi degli anni ‘90?
Spesso gli ospiti dormivano in camere fatiscenti con la doccia nel corridoio, e mancava una cultura dell’ospitalità che non si limitasse al fornire un posto letto ma che accogliesse le persone, facendo conoscere loro il mondo contadino.
La risposta alla crisi?
Il marchio Gallo Rosso, per l’appunto. Nasce nel 1998 su iniziativa dell’Unione agricoltori e coltivatori diretti sudtirolesi (la Südtiroler Bauernbund – www.sbb.it, ndr), per sostenere l’ospitalità dei masi e dare una svolta all’economia turistica. L’esperimento diede subito ottimi frutti: la rete partì con 200 adesioni. Inizialmente il marchio era rivolto solo alle realtà che offrivano pernottamento, poi nel 2003 decisero di includere anche le osterie contadine, i Masi con gusto, e quelli dove si producevano prodotti agroalimentari, i Sapori del maso. Infine, da circa un anno, sono entrati nella rete anche i masi che realizzano manufatti artigianali. Ad oggi lavoriamo con 1620 masi con posti letto, 41 con ristorazione, 56 che producono prodotti agricoli e 5 specializzati nell’artigianato contadino.
La filosofia del Gallo Rosso?
Avvicinare le persone allo stile di vita dei contadini sudtirolesi. E per fare questo i masi non possono che offrire prodotti di ottima qualità. La strategia adottata per supportarli in questo impegnativo ruolo sono la formazione e la consulenza: in inverno vengono fornite 1700 ore di formazione, si spiega loro come migliorare l’accoglienza e la preparazione dei prodotti. In più gli agriturismi ricevono su richiesta una consulenza individuale sul maso per migliorare l’offerta
Quindi il Gallo Rosso non è solo una vetrina web?
Esattamente. È un marchio che garantisce un certo livello di qualità tramite severi criteri che poi vengono anche controllati. E dall’altro lato è per i contadini un’iniziativa che aiuta a sostenere e sviluppare il settore agrituristico. Accompagna e sostiene professionalmente le aziende con attività di consulenza e pubblicità. In questo modo le aziende diventano parte di un forte marchio e beneficiano della sua fama.
Come si entra a far parte del Gallo Rosso?
Per quanto concerne i masi con pernottamento, i funzionari della Provincia effettuano un’ispezione per valutare l’effettiva condizione dell’agriturismo. In base a un catalogo di oltre 90 criteri poi viene conferito al maso un certo numero di fiori (da uno a cinque) che rappresenta poi la qualità dell’offerta. Verificato ciò viene stipulato un contratto con il Gallo Rosso, nel quale si esplicita al proprietario che deve coltivare le sue terre e farsi carico in prima persona dell’accoglienza dei turisti. Per le osterie contadine il Gallo Rosso fa un controllo preventivo sulla qualità, composto dal giudizio sull´immagine del maso, l´arredamento e i servizi. La selezione è rigorosa: ad oggi il 75% dei masi non ha i requisiti per entrare a far parte del Marchio. Inoltre nel caso in cui non vengano rispettati i criteri di qualità o vengano registrate due lamentele di un certo rilievo, e naturalmente dopo attenta verifica, il maso esce dal Marchio. Per quanto riguarda i prodotti di qualità chiediamo che almeno il 75 % della materia derivi dal proprio maso, mentre solo il restante 25 % può essere acquistato da un altro maso. Periodicamente poi organizziamo delle degustazioni di prodotto “alla cieca”. E circa il 40% dei casi non supera la prova. Tutto questo porta a garantire che i prodotti del Gallo Rosso sono e rimangono di alta qualità. E gli stessi possono godere di un prezzo adeguato e essere promossi. Infine anche per l’artigianato contadino ci sono un paio criteri. Per esempio gli oggetti devono essere fatti a mano dal contadino e il materiale di base deve provenire al cento per cento da un maso altoatesino.

Il regolamento quindi è molto rigido?
Sì. Da quando c’è il Gallo Rosso, puntando sulla qualità, il settore non ha più conosciuto crisi. Riassumendo, il nostro successo è garantito soprattutto dalla qualità dell’offerta. Poi i mezzi di comunicazione come sito web, cataloghi, annunci aiutano a far conoscere l’offerta. Abbiamo un sito web con 1,2 milioni di visitatori all’anno, ma l’immagine del Gallo Rosso passa soprattutto attraverso la qualità offerta dai masi, in tutti i settori.
Il Marchio ha influito sulla realtà turistica e contadina del Sudtirolo?
Sicuramente. Perché oggi il turista è cambiato molto rispetto a 10 anni fa. La scelta dell’agriturismo non ha più ragioni economiche. L’ospite infatti cerca il contatto con la natura e col mondo dei masi, vuole vedere un “Alto Adige doc”. Vuole una vacanza che dia un senso alla sua permanenza.
Si può dire che con il Gallo Rosso è stato fatto un percorso che ha cambiato da un lato la cultura dei contadini, oggi più propensi all’accoglienza, e dall’altro la cultura del turista, che si avvicina alla montagna e al mondo rurale in un modo sempre più attento alle sue peculiarità.
Silvia Guerra

Info: www.gallorosso.it

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