Dalla Franciacorta alla Val Saviore: Paolo e Sara della Shanty Maè

1 febbraio 2018

Saviore dell’Adamello, alta Val Camonica: salendo lungo la strada che porta in località Fabrezza, da cui si dipartono i sentieri diretti verso la nota vetta principale delle Alpi Retiche meridionali, sulla sinistra si stacca una mulattiera che porta a una serie di pascoli e di ‘bàit’ di media montagna costituiti da stalla e fienile, oggi faticosamente risparmiati all’inesorabile avanzata degli abeti. Tra di essi, a quota 1450 metri e ben esposto al sole, sorge il pascolo e il fienile di Maè, fino a qualche anno fa di proprietà della Curia e nel 2002 acquistato da Paolo Messali e Sara Brognoli di Coccaglio (BS), dove hanno impiantato la propria azienda agricola biologica che da questo toponimo prende il nome: Shanty Maè. Paolo (cl. 1969) è perito agrario e per anni ha prestato manodopera in alcune aziende vitivinicole a conduzione biologica della Franciacorta, mentre Sara (cl. 1966) è stata a lungo dipendente dello zoo profilattico di Brescia, prima di decidere di lasciare il ‘posto fisso’ per intraprendere una vita più tranquilla e vicina alla natura. La passione che condividono per la montagna li ha spinti ad arrivare quassù, dove per ora vivono nel periodo compreso tra aprile e novembre con l’obiettivo, però, di potervi stare tutto l’anno, in attesa di affrancarsi completamente dal lavoro che ancora tiene Paolo legato alla pianura nei tre mesi invernali, quando svolge lavori di potatura di vigneti franciacortini: “Da tempo desidero vivere pienamente in sintonia con le stagioni e lontano dallo stress della vita lavorativa e sociale odierna, completamente avulsa dalla natura e caratterizzata da un ambiente inospitale, inquinato e rumoroso. In pianura, nel caos e nella dimensione compressa della quotidianità frenetica, sento a pelle che c’è qualcosa che non va. Quando vengo in montagna sto bene”, dice. “L’idea è quella di dedicare i mesi invernali, al riposo dai lavori agricoli, al taglio della legna con cui alimentiamo la stufa e lo scaldabagno. Dal punto di vista reddituale verrebbe meno il guadagno del mio lavoro invernale, ma ogni anno che passa prevalgono i redditi della nostra azienda di montagna. Dal punto di vista logistico dobbiamo risolvere il problema del gelo dell’acqua della sorgente, interrando le tubazioni in cui viene incanalata”.

Negli anni immediatamente successivi all’acquisto, Paolo e Sara hanno abitato il ‘baitèl’ di 20 mq attiguo al fabbricato principale, un tempo adibito alla caseificazione del latte. Dopo la bonifica dalle ortiche naturalmente presenti sul prato ricco di azoto a seguito di secoli di pratica pascoliva, nel 2004 hanno aperto l’azienda agricola e nel 2005 iniziato i lavori di sistemazione del grande fienile, che è stato dotato di pannelli fotovoltaici per la fornitura di energia elettrica. Come prima cosa sono stati messi a dimora i mirtilli di una varietà americana, un po’ delicati ma molto produttivi e, a seguire, l’aronia nera, una pianta originaria del nord America, ben resistente al freddo nonché ricchissima di flavonoidi, polifenoli e vitamina C e, dunque, potente antiossidante. Raccontano: “Raccogliamo il fresco e lo forniamo a un laboratorio certificato biologico dell’Appennino con cui condividiamo gli approcci lavorativi e che realizza succhi, marmellate nonché creme viso e corpo”. A Shanty Maè non mancano le erbe officinali adatte ai climi alpini: “Sotto serra, su parcelle coperte con una rete antinsetto per proteggerla dalla ‘mosca’ parassita, cresce l’arnica montana in fioritura da giugno ad agosto. A differenza della maggior parte delle coltivazioni noi cerchiamo di tenere le stesse piante per cinque anni consecutivi. Una volta raccolta la vendiamo al laboratorio che la trasforma in oleoliti e cosmetici; una parte la trasformano per la nostra azienda in gel e unguento utile per i trattamenti dei traumi e delle infiammazioni articolari. Con l’artemisia detta ‘genepì’, acquistata da due vivai, l’uno valdostano e l’altro dell’Appennino, realizziamo per infusione e distillazione il noto liquore tipico delle Alpi occidentali certificato biologico. In collaborazione con il Parco dell’Adamello stiamo lavorando per recuperare il genotipo autoctono di questo gruppo alpino, affinché il nostro prodotto sia ancora più legato al territorio”.

Le difficoltà certamente non mancano: “Qualche problema ce l’hanno causato le arvicole, in grado di raggiungere i bulbi dell’arnica, rosicchiarne le radici e, quindi, minare seriamente il raccolto. La presenza di animali selvatici, in particolare di cervi e caprioli, ha reso necessaria la recinzione di tutta l’area”. I prodotti di Maè sono molto apprezzati dai gruppi d’acquisto solidali e molta clientela deriva dal passaparola. L’azienda fa parte dell’Associazione Valcamonica Bio, l’associazione dei produttori biologici locali che promuove un metodo sostenibile di fare agricoltura e sviluppo del territorio, con cui organizzare la distribuzione e mettere in contatto le aziende con le famiglie, i G.A.S. e i mercati contadini, e del Bio-distretto di Valle Camonica con cui partecipa ad attività e progetti finalizzati alla riattivazione di filiere locali complete e di qualità. In programma c’è il recupero di terreni incolti sui versanti solatii vocati al ripristino di colture alpine nonché l’acquisto in comune di macchine adatte ai lavori rurali di montagna.
E il rapporto con la gente del posto, com’è andato? “All’inizio venivamo visti con diffidenza: per i locali era ed è ancora inconcepibile che qualcuno possa lasciare un buon lavoro e le comodità della pianura per trasferirsi in un luogo non privo di difficoltà e rigori da cui molti loro antenati sono scappati. Ma poi ci hanno accettati, anche se la posizione isolata dell’azienda non ci permette di entrare spesso in contatto con loro”, dice Paolo, che apprezza la tranquillità e non disdegna la solitudine di qualità.
Siamo ancora nel pieno dell’inverno e la nuova stagione agricola è in là da venire, ma Paolo e Sara già non vedono l’ora di risalire nella loro terra del cuore: a inizio aprile li aspetta la raccolta della linfa di betulla, delle gemme di mirtillo selvatico e di ribes nero, molto ricercati nella cosmesi biologica.
Michela Capra

Info: Azienda Agricola Shanty Maè di Messali Paolo, Tel. 3493630560, az.agr.shantymae@gmail.com

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