Il blog di Enrico Camanni

Enrico Camanni

Scrittore, giornalista e alpinista

Abitanti, residenti, pendolari e alpine users

Che cosa spinge la gente a frequentare, lavorare o vivere in montagna oggi? Abbiamo realizzato questo numero della rivista in collaborazione con gli amici della redazione di Cantieri-d’alta quota, per capire insieme cos’è la montagna e chi sono i suoi frequentatori nel XXI esimo secolo.
di Maurizio Dematteis

Irene*, skyrunner

Gli skyrunner non sono animali da notte in camerata: al più il rifugio funge da riparo, ristoro, giro di boa dell’itinerario. Di solito li si incrocia lungo il sentiero, in perenne fase di sorpasso. Il commento più frequente rivolto al loro indirizzo è “chi glielo fa fare”, ma, sotto sotto, resta il dubbio che correre sia una cosa divertente.

Leonardo*, forestale

L’alta quota “in divisa” è spazio di libertà, dove la nostra professione si libera del fardello della normativa più stretta, del tecnicismo del diritto ambientale, rimanendo la terra dei camosci, dei laghi, del genepy.

Luca*, pastore

Si è creata una distanza enorme tra il mondo dell’agricoltura e il resto della società. Eppure il nostro continua a essere un bel mestiere, passiamo intere giornate all’aperto, siamo a contatto con gli animali, spesso soli, ma indipendenti e liberi.

Emilio*, freerider

Il freeeriding è diventato uno stile di vita e per me è morto. Il freeriding era altro. Era tutto e niente. Valla a spiegare adesso a un giovane sciatore, questa cosa. A spiegare che il freeriding non dice di noi ma dice dell’aria, dell’acqua, della terra. Vallo a spiegare.

Daniele*, pisteur

Sarebbe facile raccontarvi di quegli interventi d’avventura nella bufera, oppure di quello eroico in cui abbiamo salvato un surfista. Ma i ricordi più belli sono le indimenticabili giornate passate insieme ai colleghi a proteggere gli ostacoli lungo la pista, e il lavoro in alcuni casi sembrava un pretesto per continuare a stare insieme a sorridere della vita in quegli ambienti spettacolari.

Johnny*, scialpinista

Non riesco a immaginare nulla di più simile dello scialpinismo a una vera dipendenza. Paesaggio e esplorazione, fatica e tecnica, responsabilità e consapevolezza, condivisione e divertimento: sono tanti aspetti combinati che mi fanno sentire di vivere pienamente la montagna rispetto alle mie possibilità.

Max*, mountainbiker

Dopo 25 anni di mountain bike ho deciso di diventare guida per far conoscere ad altri questi aspetti delle due ruote. E non da meno far capire quanto è importante rispettare l’ambiente montano e lasciar il meno possibile traccia del nostro passaggio.

Eugenio*, studioso

I fianchi dei monti, i passi e spesso anche le vette sono raggiunte per verificare l’esistenza di ciò che gli archivi hanno suggerito. Il terreno conserva per secoli le tracce. Ciò nonostante gli storici operativi sul territorio alpino restano pochi, gli sforzi e la fatica fisica tanti, ma forse anche per questo le sensazioni restano uniche.

William*, paraglider

Il volo in biposto è adatto a tutti: appena staccati da terra, si plana a valle in perfetta simbiosi con l’ambiente circostante, cullati dall’aria che sostiene la vela. Lassù, dove l’unico “rumore” è il fruscio del vento che accarezza i cordini, la magia del volo si impadronisce di entrambi, di chi si sposta in aria per la prima volta, il passeggero, e di chi ci gravita per professione.