Tag: formazione

Un corso UniTo dedicato alla Montagna

Il Corso di Laurea garantisce le conoscenze multidisciplinari e interdisciplinari necessarie per operare con elevati livelli di competenza negli ambiti dell’analisi, della progettazione e della gestione di strategie di sviluppo per le aree montane.
di Michele Freppaz

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Dislivelli.eu n. 119 novembre-dicembre 2023

I montanari per scelta oggi hanno bisogno di nuovi percorsi educativi e formativi dedicati ai loro contesti per realizzare il cambiamento verso un futuro sostenibile di benessere comunitario, in modo professionale. Vi proponiamo una serie di esempi del nuovo che avanza, sperando che in futuro altri percorsi virtuosi si possano aggiungere all’elenco.

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La Scuola per aspiranti montanari

La Scuola di Montagna, percorso formativo ormai consolidato, si prepara per la quarta edizione che si terrà al principio dell’estate in Val Pellice. Si tratta di un percorso di formazione alla vita in montagna che muove dall’analisi dei dati e della letteratura sui fenomeni del neo popolamento e della “restanza”.
di Andrea Membretti

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La Scuola Nazionale di Pastorizia cresce

Definire una adeguata “narrazione” della figura del pastore in grado di valorizzarne la funzione e l’operato da un punto vista culturale, sociale ed economico. Questo è il fine dei percorsi avviati su Alpi e Appennini dalla SNAP, la Scuola Nazionale di Pastorizia, al suo quinto anno di attività.
di Luca Battaglini

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Formazione e innovazione sociale in Carnia friulana

Secondo l cooperativa sociale Cramars la formazione non è un semplice trasferimento di conoscenze ma un processo dinamico e generativo che coinvolge le persone nel plasmare il proprio mondo nonché quello del territorio in cui vivono, portandole ad apprendere, ad acquisire consapevolezze ed immaginare futuri possibili.
Di Stefania Marcoccio e Annalisa Bonfiglioli

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Retoriche e Manifesti sulle aree interne

La capacità dei borghi di attrarre persone ha come condizione di partenza l’abbandono, il vuoto su cui innestare progettualità innovative. Il rischio è che non si raggiunga il cuore delle criticità che non può essere affrontato attraverso l’insediamento di nuove popolazioni temporanee, slegate da attività produttive localizzate.
di Giulia De Cunto, Veronica Macchiavelli, Enrico Mariani, Francesca Sabatini, Emidio di Treviri

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