I beni comuni in montagna hanno origini antiche e regole definite. Nascono nel basso Medioevo per favorire il sorgere di insediamenti permanenti e dare valore economico e sociale alle proprietà collettive, con il fine ultimo di promuovere l’autonomia delle popolazioni montane rispetto al governo centrale. Ma come si sono trasformati nel corso della storia? Qual è il loro ruolo oggi? Vengono ridimensionati o ne nascono di nuovi?
Il numero di aprile 2019 della rivista Dislivelli.eu, partendo da alcuni degli spunti presentati nel corso del Seminario organizzato da Cristina Dalla Torre, Andrea Omizzolo, Andrea Membretti e Elisa Ravazzoli di Eurac Reasearch dal titolo “I beni comuni rurali montani: una risorsa per il futuro”, tenutosi a Bolzano il 30 gennaio di quest’anno, ragiona su un tema oggi sentito in tutte le valli alpine e appenniniche, un argomento alla base dei molteplici progetti di ripopolamento delle terre alte del nostro paese.
Buona lettura