La rivoluzione parte dai sentieri. Ritmo lento, natura, fatica e attenzione al territorio montano lungo una rete sentieristica di migliaia di chilometri che attraversa Alpi e Appennini in lungo e in largo. Questo numero della rivista di maggio 2018 racconta di un patrimonio unico, da valorizzare, la sola infrastruttura su cui poggia il turismo dolce, che come si legge nell’articolo di Carlo Dondona dell’Ires di Torino, “dovrebbe corrispondere al 20% circa dei viaggi nei prossimi 20 anni ed è destinato a crescere più in fretta di qualsiasi altro segmento di mercato”. In Italia, ci racconta Livio Lussiana del Cai Giaveno (To), grazie ad un accordo tra il Mibact e il Cai, esiste un Catasto nazionale dei sentieri, realizzato in collaborazione con le regioni italiane. Certo nelle zone più spopolate, dove il volontariato è più debole, o dove le attenzioni sono rivolte ad altri tipi di infrastrutture, si rischia forse di avere dei buchi nel Catasto. Eppure si tratta di un buon inizio per recuperare un patrimonio eccezionale, in attesa che i luoghi sviluppino sempre maggior attenzione nei confronti dei sentieri sul loro territorio.
Buona lettura

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