Da Vienna a Nizza, a piedi, sui sentieri alpini, 25 anni dopo. Gli studiosi del territorio alpino, originari della Svizzera, Dominik Siegrist e Harry Spiess, insieme agli austriaci Christian Baumgartner e Gerhard Stürzlinger, con l’aiuto dei molti compagni di avventura che si sono alternati per ben quattro mesi, dal 3 giugno al 29 settembre, lungo le tappe che collegano le alpi austriache a quelle marittime, hanno documentanto con foto, video e post su un blog dedicato il cambiamento delle Alpi dal 1992 ad oggi, da quando cioè parteciparono, armati di notes e matita, alla loro prima traversata alpina denominata “TransAlpedes”. Il progetto appena concluso si chiama “WhatsAlp”, ed è organizzato in collaborazione con Cipra, Commissione internazionale per la protezione delle Alpi e Iniziativa delle Alpi. La redazione di Dislivelli li ha incontrati a Castello, in Valle Varaita, la sera dell’11 settembre al rifugio Alevé dove si sono fermati per raccogliere suggestioni dal territorio.

A fare gli onori di casa Dino Matteodo, già sindaco di Frassino e Presidente della Comunità montana che ha denunciato la “fine del governo del territorio in Piemonte”. Poi è stata la volta di Mauro Calderoni, Sindaco di Saluzzo impegnato nella promozione del progetto Move – Monviso & Occitan Valleys of Europe. E ancora Gianfranco Marengo, Presidente del neonato Parco del Monviso, diventato nel giro di pochi mesi uno dei più importanti attori del territorio; Cristiano Peyrache, allevatore dell’Associazione locale Pastur de Blins, che ha rivendicato l’importanza del settore primario nella cura e nel mantenimento del territorio e del paesaggio; gli architetti Barbara Martino e Enrica Paseri dello Studio Amun che hanno presentato alcuni dei loro migliori restauri conservativi in valle; Gianfranco Martino, quarta generazione di una famiglia di storici albergatori impegnata nell’accoglienza di qualità in Val Varaita; Mattia Sismonda, tra i fondatori de “La Fabbrica dei Suoni” di Venasca impegnata nella promozione del turismo della didattica; Daniele Orusa, responsabile della Porta di valle che ha presentato il “Valle Varaita Trekking”, itinerario che copre l’intera valle sull’esempio dei Sentieri occitani della vicina Valle Maira, che è riuscito a mettere in rete oltre 60 tra imprenditori e professionisti locali.
Uno spaccato capace di presentare la spumeggiante realtà delle Valli Occitane e del cuneese, dove a fronte di un crescente problema di governance, si assiste alla nascita e alla proliferazione di progetti interessanti. Non più quindi quel “buco nero” di cui parlava il professor Werner Bätzing trent’anni fa, proprio riferendosi alle Valli Occitane, ma un’area di forte innovazione che comincia a destare interesse e ad attrarre nuovi abitanti.
Ma Dominik Siegrist, Harry Spiess, Christian Baumgartner e Gerhard Stürzlinger alla fine del loro lungo viaggio con le suole di Vibram, raccontano di una catena alpina situata al centro dell’Europa estremamente eterogenea, dove accanto ad alcune aree caratterizzate da una forte crescita demografica, permangono regioni colpite da una diffusa emigrazione, un’area dove in complesso rispetto al 1992 i giovani sono sensibilmente diminuiti nelle regioni alpine. Una catena montuosa colpita al cuore dal cambiamento climatico e dalle sue conseguenze in misura ancora maggiore rispetto a venticinque anni fa, dove emerge il rapido scioglimento dei ghiacciai, con la conseguente perdita di qualità del paesaggio alpino, visibile con chiarezza nell’area del Monte Bianco. Una montagna in cui molti comprensori sciistici stanno effettuando interventi di potenziamento mediante costosi impianti di innevamento, spianamento delle piste e bacini di accumulo, come è possibile vedere chiaramente in Val d’Aosta. Una catena alpina nella quale negli ultimi 25 anni il trasporto di transito su gomma delle merci e le auto private hanno avuto un grossissimo incremento.

Ma accanto a traffico e turismo intensivo, globalizzato, antiecologico, i camminatori hanno riscontrato nuove forme di turismo in armonia con la natura nelle Alpi, dal nuovo parco del Monviso, Valle Varaita compresa, alla Valle Maira. Tanto che il geografo Dominik Siegrist ha affermato: «Il turismo alpino necessita con urgenza una riforma in direzione della sostenibilità, che renda turismo intensivo più rispettoso dell’ambiente e della natura, e che promuova con maggior impegno e coerenza forme di turismo in armonia con la natura e adatto alle condizioni locali». E poi, in molte valli, in particolare nelle Alpi centrali e orientali, l’agricoltura biologica è diventata realtà.
Insomma un territorio, quello alpino, ancora in sofferenza, ma dove qualcosa si sta muovendo, perché la cultura del “Mondo dei vinti” raccontata dallo scrittore Nuto Revelli, fatta di ambientalismo museale e turismo di massa mosso da logiche industriali, sta poco alla volta lasciando il posto al mondo dei “Nuovi montanari”, dove a spingere l’impreditorialità dei giovani e meno giovani è l’idea della creazione di nuovi laboratorio di innovazione, la valorizzazione di territorio e paesaggio seguendo logiche più attente e di tipo artigianale.
E allora cari amici di WhatsAlp, grazie di averci accompagnato alla scoperta nell’era dei “Nuovi montanari”.
Maurizio Dematteis

info: https://whatsalp.org