«Per una startup come la nostra, nata soltanto a dicembre del 2012, non si può parlare di crisi perché questo è il periodo storico in cui siamo capitati e non siamo in grado di fare dei confronti con l’economia degli anni precedenti. Sicuramente, però, un giovane che oggi esce dall’università non ha la possibilità di trovare un lavoro ben retribuito ma deve trovarsi le opportunità per realizzare idee innovative».
Questo è stato il percorso di Matthias Polig, 30 anni di Racines (Bz), che da quasi tre è alla guida di Vertical-Life, una casa editrice multimediale con sede a Bressanone che pubblica guide di arrampicata sportiva su carta e web. Dalla passione per la scalata a un’idea realizzata con l’aiuto di cinque amici, tutti provenienti dalla montagna altoatesina, tra Valle Isarco e Val Pusteria.
«Il nostro primo titolo è stato “Best of Arco”, la raccolta delle migliori falesie in riva al lago di Garda con la descrizione delle vie d’arrampicata consultabile nel libro e su una specifica app per smartphone che noi stessi abbiamo creato. L’incontro tra tradizione e innovazione: tutti i contenuti della guida cartacea, da sfogliare comodamente a casa, si possono scaricare gratuitamente sul cellulare che risulta più facile da utilizzare alla base delle pareti».
Grazie al lavoro di un grafico, una pr, due informatici e due esperti di free climbing, i titoli della collana Vertical-Life lievitano rapidamente a 6, in italiano, inglese e tedesco. Oltre alla descrizione delle falesie intorno al lago di Garda, raccolte in due diversi volumi, troviamo quella dei migliori spot per l’arrampicata sportiva nelle Dolomiti, sulla Costiera d’Amalfi, in Sicilia e in Tirolo.

«Tradizionalmente sono due i modi con cui gli scalatori raccolgono le informazioni sulle falesie: tramite le guide cartacee che forniscono informazioni dettagliate, compilate da climber autorevoli e competenti, oppure utilizzando web in cui è possibile trovare una miriade di relazioni user generated, cioè create dagli stessi visitatori, quindi meno sicure e affidabili. Noi siamo stati i primi a unire i due media e il successo dei nostri prodotti ha dimostrato che la scelta è stata vincente. Infatti, siamo stati contattati da una serie di case editrici italiane, austriache e tedesche che ci hanno chiesto di riversare nella nostra app i contenuti delle loro guide, comprensivi di disegni e fotografie, e di renderli accessibili a coloro che comprano le loro guide. In questo modo abbiamo creato una banca dati contenente le descrizioni di 500 falesie e oltre 22 mila vie d’arrampicata. E, sempre nell’ottica di unire reale e virtuale, la nostra ultima realizzazione è il Zlagboard, la trave per esercitare le dita abbinata a un’altra app di nostra creazione con cui pianificare le sedute di allenamento, tempi e carichi. All’attrezzo che ogni climber appende in casa sopra la porta della camera da letto si attacca lo smartphone su cui compaiono tutte le informazioni per migliorare le prestazioni. Con questa trovata ci siamo aggiudicati l’Outdoor Industrie Award alla recente fiera di Friederichshafen».
Insomma, un interessante e innovativo esempio di impresa nata in montagna da un gruppo di appassionati di montagna che sono riusciti a trasformare l’ormai ipotetica marginalità economica delle Alpi in un’opportunità.
«Nell’ufficio di Bressanone abbiamo tutti i mezzi tecnologici per svolgere al meglio il nostro lavoro. In più, abbiamo la possibilità di incontrare il nostro pubblico nelle falesie del circondario, raggiungibili in pochi minuti dal luogo di lavoro. Insomma, sono sicuro che il business non sarebbe così soddisfacente se ci trovassimo a Milano».
Simone Bobbio

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