Il nuovo Parco Regionale della Valle di Antrona avrà confini ampi, che spaziano dal Comune di Antrona Schieranco a quello di Viganella, per una superficie complessiva di 8.548 ettari. Pochi chilometri a ovest della Val Grande, area a protezione integrale, si realizza un progetto di parco dalla filosofia molto diversa. Qui l’aspirazione di Henry David Thoreau a «bruciare staccionate» e abbandonare le foreste viene ritenuta dannosa per l’uomo e la natura. Al contrario il recupero degli alpeggi, dei sentieri e delle aree in passato abitate dall’uomo sarà elemento qualificante di tutta l’area protetta. Il paesaggio naturale non è stato intaccato dall’industrializzazione e adesso costituisce una ricchezza in vista della valorizzazione in chiave escursionistica. L’obiettivo non è la difesa della natura “selvaggia”, ma il recupero dell’ambiente naturale modellato dall’uomo. Analogamente a quanto accade da anni in Alto Adige, anche qui si è affermata la consapevolezza che, per prevenire il dissesto idrogeologico e restituire al paesaggio l’armonia di un tempo, occorre che l’uomo torni a curare e ad abitare la montagna. La natura viene “difesa” da se stessa e l’ambiente antropizzato ha la meglio sulla wilderness. Gli effetti di un paesaggio culturale vivo e ben conservato si possono tradurre in turismo di qualità, con positive ricadute economiche e un modesto impatto ambientale.
Il territorio del Parco naturale riguarda il versante destro idrografico della Valle Antrona a monte di Viganella, comprendendo un tratto di fondovalle dove sono localizzati gli insediamenti storici (Frazione Cheggio, Frazione Bordo, Frazione Rivera e Viganella Capoluogo) e la testata della Valle, includendo interamente la Val Troncone e la Val Banella e il tratto della Val Loranco a monte del Lago Alpe dei Cavalli. Nella zona sono presenti quattro bacini artificiali (Lago di Cingino, Lago di Campiccioli, Lago di Camposecco, Lago Alpe dei Cavalli) e il Lago di Antrona.
«Con l’istituzione del Parco naturale dell’alta Valle Antrona – spiega Paola Barassi, Presidente della commissione ambiente e relatrice del testo di legge – il sistema alpino di confine tra l’Ossola e il Vallese, che si sviluppa tra il massiccio del Monte Rosa a sud e il Passo San Giacomo in alta Val Formazza a nord, è oggi completamente interessato da sistemi di tutela naturalistica».
La gestione del Parco naturale della Valle di Antrona sarà affidata all’Ente di gestione delle aree protette dell’Alta Val d’Ossola, di cui farà parte anche Parco naturale dell’Alpe Veglia e dell’Alpe Devero.
Enrico Camanni