A Torino è nato uno sportello per chi vuole sviluppare un progetto sulle montagne piemontesi. Finalmente, viene da dire, dopo molti studi approfonditi e molteplici incontri di discussione, parte un servizio operativo e gratuito per aiutare e sostenere progetti di impresa nelle terre alte. Come? Attraverso l’intercettazione di strumenti di micro-credito e finanza etica. Lo sportello si chiama “Vado a vivere in montagna”, ed è un servizio che si rivolge a neo-laureati, liberi professionisti in partita Iva, associazioni, organizzazioni non profit, imprese già costituite o costituende, imprese sociali. Cioè tutto quel variegato e inquieto mondo che oggi si agita alla ricerca di un’alternativa sulle montagne piemontesi. Lo sportello segue progetti con un ampio spettro, che va dall’agro-silvo-pastorale, ai servizi alla persona, al turismo sostenibile, all’agricoltura sociale, alle energie rinnovabili, passando per cultura e promozione del territorio e recupero dell’edilizia dismessa a fini produttivi e comunitari. “Vado a vivere in montagna” è già attivo a Torino, in via Maria Vittoria 38, dove previa prenotazione, tutti i giovedì i neo montanari sfilano con i loro progetti, dalle 10:00 alle 17:00, davanti ad Andrea Membretti, vecchia conoscenza di questa rivista e responsabile dello sportello.
«Abbiamo già registrato una cinquantina di richieste di appuntamento – racconta Andrea Membretti –, persone che si sono segnalate con proposte e progetti interessanti. Un avvio davvero entusiasmante, che adesso ci spinge una volta di più a essere all’altezza delle aspettative». I colloqui finora realizzati sono oltre una decina, e le prime informazioni sugli utenti davvero interessanti. Andrea spiega come siano persone molto variegate, ma riconducibili in linea di massima a tre categorie fondamentali: giovani neolaureati, senza esperienza di impresa in montagna, affascinati dalle opportunità che intravedono nelle terre alte e intenzionati a cambiare vita. Sono agronomi, laureati in scienze erboristiche, ma anche letterati o dottori in discipline non immediatamente associabili all’impresa in montagna. Dei neomontanari in erba, con belle idee e freschi di studi.
La seconda categoria è fatta di persone che hanno delle attività in montagna e le vogliono ampliare o riqualificare. Sono in media meno giovani, e arrivano dalla Val Pellice, dalla Valle di Susa o dalla Val Germanasca o dalle valli del cuneese, e sono ad esempio allevatori di capre che hanno bisogno di un supporto per realizzare un caseificio e ampliare la loro impresa. Oppure produttori di miele che cercano mercati, reti di promozione e vendita dei loro prodotti, e magari vorrebbero far rete con altri colleghi, mettendo in comune delle risorse.
La terza categoria è forse quella più difficile da trattare: sono persone non più giovanissime, in attività, e fanno lavori che nulla hanno a che fare con la montagna. Vivono in provincia, spesso all’imbocco delle valli alpine, e vorrebbero cambiare vita. Hanno un legame con la montagna, che può essere di tipo parentale o dovuto alla semplice frequentazione estiva, ma senza competenze specifiche.
«Il Progetto è in costruzione – continua Andrea Membretti – con l’appoggio di agenzie di microcredito e attraverso il servizio di formazione e accompagnamento. E stiamo anche creando una rete di imprenditori montani disposti a fare tutoraggio verso i nuovi imprenditori. Il gruppo che abbiamo creato è consistente, ne siamo consci, ma sappiamo anche che nei prossimi mesi si potrà assottigliare, e che poco alla volta verranno fuori le persone veramente intenzionate, che potranno accedere ai finanziamenti privati. In seguito poi, grazie al coinvolgimento dell’Uncem, cercheremo di far interagire il credito privato con le linee di finanziamento regionali ed europee, in una visione di sviluppo territoriale».
Lo sportello “Vado a vivere in montagna” nasce all’interno di InnovAree, realtà promossa da Accademia Alte Terre, Collegio Carlo Alberto, Uncem e SocialFare, Centro per l’Innovazione Sociale, che mira allo sviluppo delle aree interne e montane piemontesi, mettendo per l’appunto in relazione la “domanda di montagna” con l’offerta di microcredito a livello regionale. Una domanda di montagna che, pur in assenza di dati specifici, sembra in aumento, e che andrebbe in qualche modo analizzata per capire chi sono gli attori di questa “migrazione”. Analisi in parte realizzata dalla nostra ricerca pubblicata nel volume “Nuovi montanari – abitare le Alpi nel XXI secolo” (2014), dove abbiamo evidenziato come siano spesso famiglie giovani, ma anche uomini e in minor numero donne, che scelgono di andare a vivere in montagna alla ricerca di una migliore qualità di vita e di nuove opportunità lavorative. Persone con profili professionali ed educativi medio/alti e spesso capacità imprenditoriali che vengono prevalentemente dalle aree urbane.
Una importante opportunità per tutti quelli che intendono sviluppare imprese in montagna, uno strumento utile del quale si sentiva davvero la mancanza.
Maurizio Dematteis
Per info e prenotazione: vivereinmontagna@socialfare.org
Preziosa informazione, chissà se c’è anche uno studio di marketing per le singole valli?