L’Università degli Studi di Torino ha vinto un bando dell’Unione Europea nella seconda call European Universities Initiative. La proposta denominato Unita–Universitas Montium consisteva nel comporre una cordata di sei atenei europei accomunati dalla lingua neolatina e dalla prossimità di aree montane. Gli atenei partner, oltre UniTo, sono Saragozza (Spagna), Timisoara (Romania), Chambery e Pau (Francia) e Beira Interior (Portogallo). Si delinea quindi una linea immaginaria da ovest a est, dalla Serra de Estrela in Portogallo, passando dai Pirenei e dalle Alpi, fino ai monti del Banato in Romania. Università di Torino si trova in veste di ateneo coordinatore di progetto, risultando l’unica università italiana a rivestire tale ruolo, e collabora con altri 11 atenei italiani in qualità di partner. In totale in Unita Montium si contano più di 160.000 studenti e 13.000 persone fra docenti e staff tecnico-amministrativo.
Il progetto ha ottenuto un contributo di 5.000.000 di Euro e il 15 luglio scorso il Rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna e Marcella Costa, Vice-Rettrice Vicaria per la didattica internazionale, hanno presentato alla stampa le azioni e i programmi di tale consorzio internazionale, in grado di imprimere ulteriore slancio alle strategie di internazionalizzazione dell’Università degli Studi di Torino. La scelta di proporsi come coordinatori è stata pienamente condivisa con i partner anche per le maggiori dimensioni rispetto alle altre università.
Il progetto è ambizioso, in quanto si propone di trasformare le preesistenti dinamiche formative, amministrative e di gestione della mobilità, coinvolgendo docenti, studenti e staff amministrativo in un processo partecipativo che prevede diverse linee: innovare la didattica e creare un campus virtuale internazionale, promuovere il multilinguismo attraverso l’intercomprensione tra lingue romanze, promuovere la cittadinanza europea in regioni di confine e in aree rurali e montane, favorendo l’inclusione attraverso l’uso attivo di lingue affini.
Dal punto di vista della ricerca e innovazione si focalizza l’attenzione su tre assi principali: energie rinnovabili, patrimonio culturale ed economia circolare e bioeconomia. Tutte tematiche di particolare interesse per le aree interne e in particolare per quelle montane.
Per le studentesse e per gli studenti queste alleanze hanno un grande potenziale, permettendo loro di scegliere i corsi dall’offerta formativa di ben sei Atenei Unita e potendo contare sul riconoscimento automatico dei crediti. Avranno l’opportunità di confrontarsi con ambienti e consuetudini accademiche diverse e impareranno strategie di intercomprensione e di comunicazione interculturale fondamentali per promuovere la mobilità e la diversità culturale.
Attraverso un’offerta di tirocini condivisa tra i partner, studentesse e studenti Unita avranno accesso a opportunità di stage nei diversi contesti produttivi dei territori nei quali hanno sede le sei Università. Il progetto vede infatti coinvolte Associazioni industriali, Camere di commercio e Associazioni di piccole e medie imprese, che supporteranno le università nell’offerta di tirocini. Strumenti ulteriori potranno essere spazi di co-working, summer school interdisciplinari, liason offices in rete e hub di ricerca e innovazione: essi permetteranno a studentesse e studenti di entrare in contatto con le istituzioni e le realtà produttive locali e di diventare parte attiva dello sviluppo delle regioni dell’alleanza Unita. Per le università coinvolte si tratta anche di un’opportunità di reperimento di ulteriori risorse finanziarie a livello europeo, nazionale e regionale. La Commissione europea prevede infatti fondi Horizon 2020 dedicati esclusivamente alle alleanze fra università, un vantaggio non da poco per tutte le comunità accademiche coinvolte.
Stefano Ferraris