Augusto Grandi, Lassù i Primi. La montagna che vince, Daniela Piazza Editore, Torino 2008.

Se il primo passo per poter operare sui luoghi è agire sulla loro rappresentazione, allora il libro di Augusto Grandi è sulla strada giusta. Se per decenni la montagna è stata infatti dipinta come un mondo isolato e appartato, rassegnato e praticamente immutabile, è sufficiente ribaltarne la rappresentazione per tracciare invece il ritratto di una terra dinamica in cui i valori sopravvissuti nel tempo custodiscono oggi grandi potenzialità, magari non ancora del tutto espresse ma che possono aprire a interessanti prospettive di rilancio.

Capovolgendo con ironia il titolo del bellissimo libro del fotografo Bini “Lassù gli ultimi”, Grandi prova a riscattare le Terre Alte da quella visione – largamente ed erroneamente consolidata nell’immaginario collettivo – che le descrive come un luogo pittoresco ma inattuale, che non permette di cogliere il grande fermento di questo territorio, brulicante invece di pratiche abitative innovative. Ci parla di realtà possibili, raccoglie riflessioni ed esperienze che in modo trasversale toccano l’economia, la cultura, la politica svelando i valori e le identità di chi sulle alpi vive e lavora, a testimonianza di come l’abitare in montagna sia una scelta del tutto attuale e praticabile.

Il libro illustra molteplici ed interessanti percorsi alternativi rischiando però a tratti, forse con ingenuità, di non prendere sufficientemente le distanze da modelli di sviluppo discutibili (portatori di campi da golf, piste da sci, resort turistici, ecc.) per poter mettere in atto un reale affrancamento dalle divoratrici economie di pianura.

Roberto Dini