Di ufficiale per il momento c’è solo il cambio di gestione al Forte di Exilles, ma la candidatura a guidare il nuovo corso da parte dell’accoppiata Fiera del libro e Circolo dei lettori è di quelle pesanti. E dopo il successo dell’installazione artistica “Il terzo paradiso” di Michelangelo Pistoletto gli indizi che portano ai due enti torinesi sono sempre più evidenti. Per questo motivo abbiamo sentito Pier Umberto Ferrero della Fondazione per il Libro, la Cultura e la Musica, che a pochi giorni dall’happening di Pistoletto sprizza entusiasmo da tutti i pori.

«Dopo questa manifestazione possiamo dire che un grande monumento è tornato in possesso del territorio. Si tratta del filo rosso che abbiamo seguito durante quest’ultimo anno di lavoro per sondare le realtà della Valle di Susa sul futuro di uno dei suoi simboli. Abbiamo incontrato enti, associazioni e aziende straordinarie che non vedono l’ora di trasformare il Forte di Exilles in un centro propulsivo per la valle. Da Rivoli a Bardonecchia e Sestriere, tutti sono entusiasti: il Museo Diocesano di Susa, il Fai, il Rotary, la Fondazione Magnetto di Almese e tutte le aziende. Insomma, i player culturali ed economici di tutta la valle».
Ferrero, insieme alla Fondazione che organizza la Fiera del Libro a Torino, conosce bene queste zone dopo aver gestito Casa Olimpia a Sestriere, l’ex casa cantoniera del Colle ristrutturata in occasione di Torino 2006. Ma certamente il Forte rappresenta una scommessa ben più coraggiosa e impegnativa.
«Exilles ha delle potenzialità enormi – continua Ferrero – perché è incastonato nel centro di una valle stupenda. A mio parere è più suggestivo e bello del Forte di Bard, per fare l’esempio di un’altra realtà di successo da cui dobbiamo trarre ispirazione. Deve diventare un centro d’eccellenza sul piano culturale dove si faccia anche impresa e formazione. Dovrà essere aperto 365 giorni all’anno con spazi dedicati a esposizioni e mostre, insieme a un’area per la vendita dei prodotti d’eccellenza della valle e del Piemonte intero, una caffetteria, un’emeroteca, una biblioteca. E perché non portare a Exilles la vecchia Experimenta? D’inverno il Forte sarà il cuore del doposci nelle Valli Olimpiche con proposte di attività alla fine di una giornata sulle piste e la possibilità di acquistare lo skipass per il giorno successivo. Mentre in estate, dal Forte dovranno partire le escursioni guidate dagli accompagnatori escursionistici e i percorsi in mountain bike comprensivi di noleggio in loco. Infine sarà necessario lavorare sulla narrazione della fortezza per dare nuovo lustro all’immaginario che circonda quel luogo evocativo e misterioso. Da questo punto di vista, la storia della maschera di ferro si presta in maniera eccezionale a una lettura trasversale del patrimonio storico e immaginifico di Exilles».
Per il momento stiamo parlando di idee e, forse, di sogni. La vera sfida sarà la loro realizzazione.
«Il problema del Forte di Exilles risiede nello squilibrio tra costi e benefici – conclude Ferrero –, gli oltre 8 milioni di euro investiti finora non hanno avuto un ritorno adeguato dopo il tracollo dei visitatori che si è registrato negli ultimi anni. Dovremo trovare un modo per bilanciare le spese con i ricavi puntando sulle attività commerciali: in questo modo potranno nascere anche nuovi posti di lavoro. Ma in generale noi saremo a disposizione delle realtà di valle che dovranno mettere del loro per sviluppare quella che deve diventare una risorsa per tutti. Ripeto: l’entusiasmo c’è, ora bisogna iniziare a lavorare».
In bocca al lupo.
Simone Bobbio