Thomas Ruberto, “Un prete in alta quota”, Vel, Sondrio 2018, 172 pagine, 15 euro
Le Alpi abbondano di personaggi singolari e di libri che si dilettano a raccontarli, ma questo di Ruberto è diverso. Innanzi tutto per la ricerca che il brillante libraio di Livigno ha condotto dietro alla figura di Sandro Parenti, mitico parroco di Trepalle, spingendosi molto oltre l’aneddotica. La vita di don Parenti, amico di don Milani, Guareschi e Roncalli, prete indubbiamente eccezionale, dal carattere ruvido e deciso, e anche decisivo, è raccontata grazie a un’ottima conoscenza del territorio e della popolazione, in quella specialissima enclave di Livigno e Trepalle, sul confine polare tra Italia e Svizzera. Poi il libro si distingue per lo stile del racconto, che Ruberto affida alla deposizione di un testimone, narratore in prima persona, valorizzando così i dialoghi e i passaggi biografici. Parenti è eccezionale, ma lo è anche la montagna di Trepalle dove il giovane prete di pianura viene mandato a scontare non si sa quali peccati. Come scrive Ruberto «si mormora che la Curia l’abbia spedito in montagna per condannare la sua prepotenza, ma quanto c’è di punitivo, nella missione, e quanto di premiante? L’incontro con quella comunità testarda quanto lui è soprattutto un’occasione di crescita per entrambe le parti e si rivela una lezione di vita in fondo del tutto rispondente ai precetti del Vangelo».
Enrico Camanni