Il Consiglio comunale di Carrega Ligure, riunitosi il 27 maggio, ha votato all’unanimità i due seguenti punti:
1. Richiesta di istituzione di un’area protetta regionale denominata “Parco naturale Alta Val Borbera” gestita dall’Ente strumentale Aree protette dell’Appennino piemontese.
2. Richiesta di delimitazione di un’area contigua di Carrega Ligure al “Parco naturale Alta Val Borbera” e annessi proposti indirizzi per la disciplina della gestione della caccia e della tutela dell’ambiente e della biodiversità.
Direi che non c’è miglior modo di iniziare un articolo. Per noi, abituati a novità tutt’altro che confortanti, quanto sopra è davvero una notizia, una bella notizia. Un comune di montagna che chiede l’istituzione di un parco naturale. Non sarà la prima volta, ma certo è accaduto di rado.

Appennino piemontese
Non è dalle Alpi che arriva la bella notizia, ma dall’Appennino. Laggiù, all’estremità dei 400 chilometri di montagne che circondano la regione ex sabauda, un angolo di Piemonte che i piemontesi non conoscono. Una terra al limite: da un lato il Mar Ligure, Genova lì sotto. Dall’altro le colline del Gavi, intermezzo fra la pianura alessandrina e queste montagne dai profili arrotondati, piene di boschi e di racconti. Sul Monte Chiappo, la cima più alta, s’incontrano i confini di quattro regioni: Emilia, Liguria, Lombardia e, appunto, Piemonte. Già questo ne fa un luogo speciale. Un luogo di incontri: di culture, di correnti, di nature. Luogo di diversità: di bio-diversità. Anche per questo la Val Borbera era già compresa nel piano parchi della regione fin dagli anni 70’, individuato come Parco naturale delle Alte Valli Borbera e Curone.
Le ragioni per istituire un’area protetta dunque ci sono tutte. E sono validate dalla significativa presenza di siti di interesse comunitario della Rete Natura 2000.

Un’idea, un sindaco
“Un parco in Val Borbera colma di fatto un vuoto in quanto rappresenta un continuum ecologico e territoriale con il Parco dell’Antola, in territorio ligure. Ma soprattutto il parco rappresenta una concreta prospettiva di futuro per queste valli”. Sono parole di Marco Guerrini, sindaco del Comune di Carrega Ligure (ligure come Novi, ma è sempre Piemonte).
Sua è l’idea di lanciare un appello su Facebook a sostegno della creazione del parco, per spingere la regione a velocizzare i tempi di approvazione della legge istitutiva. La cartografia è già predisposta: 3.200 ettari nel Comune di Carrega Ligure (Alessandria), compresi fra quota 900 e 1.641 metri (la sommità del Monte Carmo). Altri 2 mila ettari sono individuati come area contigua dove sarà possibile la caccia, consentita però solo ai residenti. Il parco sarà affidato all’Ente di gestione delle Aree protette dell’Appennino piemontese (gestore del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo). Nel municipio di Carrega è già pronta una sede.
Il territorio del futuro parco ha caratteristiche uniche nel contesto delle altre aree protette regionali. Si tratta, infatti, di un’area tipicamente appenninica, sia dal punto di vista geologico (il termine geologico delle Alpi coincide con la linea Sestri Ponente – Voltaggio, e passa dal Valico della Bocchetta, limite orientale del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo), sia dal punto di vista geografico. Tipiche dell’Appennino sono le estese faggete, le praterie di quota con abbondanti e pregiate fioriture, nonché una fauna unica: proprio in questo tratto della spina dorsale italiana giungono dal Centro Sud specie di anfibi endemiche, esclusive dell’Italia come la rana appenninica (Rana italica) e la salamandrina di Savi (Salamandrina perspicillata). Tutte specie che, nel contesto della regione, assumono un valore eccezionale.
I boschi dell’Alta Val Borbera sono inoltre luogo di rifugio dei nuclei di lupo che, a partire dai primi anni ’90 del secolo scorso, hanno ricolonizzato in modo spontaneo l’arco alpino.

Vasti orizzonti
Sono davvero straordinari gli scorci concessi dai crinali di queste valli. Dal Monte Chiappo e dal vicino Monte Ebro, con meteo favorevole lo sguardo veleggia dall’Isola d’Elba al Bernina. L’intero arco alpino piemontese in un colpo d’occhio. A nord, agli antipodi della regione, stanno le Lepontine, l’Ossola, l’Alpe Devero. Un parco (Alpe Veglia-Alpe Devero) che quest’anno spegne 40 candeline. Per un parco che si appresta a nascere un altro che festeggia la maturità.
Festeggia? Non proprio. L’insano progetto di collegamento funiviario fra Devero e l’Alpe Ciamporino rischia di rendere indigesta la torta. E se nell’Appennino un sindaco vede nella tutela dell’ambiente naturale una prospettiva di futuro, in Ossola un suo collega, sindaco di Baceno, va in direzione contraria.
Non possiamo che auspicare un vigoroso impulso di libeccio che, attraversata la pianura e le colline del Vergante, s’insinui tra le giogaie ossolane portando saggezza. Lassù, in Ossola, ne hanno davvero bisogno.

L’appello di Marco Guerrini, Sindaco di Carrega Ligure
“Adesso abbiamo bisogno di voi, di tutti voi. La nascita del Parco naturale Alta Val Borbera sarà un bene comune, di tutti. Un’opportunità vera di sviluppo del nostro territorio, della Val Borbera e di tutto l’Appennino piemontese. Chiediamo il vostro sostegno per far sentire alla Giunta e al Consiglio Regionale del Piemonte quanto sia condiviso e atteso questo progetto. A giugno vogliamo fare una grande e bellissima festa di inaugurazione, insieme a tutti voi, ci aiutate? All’interno della mail potrete raccontarci i vostri pensieri o solamente lasciare il vostro sì all’istituzione del parco. Dovremo essere in tanti e fare in fretta. La condivisione dell’iniziativa è importante. Il momento migliore è adesso”.
A noi tutti non resta che fare gli auguri e mandare una mail di sostegno all’indirizzo: parco@comune.carregaligure.al.it
Toni Farina