Il ritorno del lupo nelle valli è un argomento paradigmatico per impostare un confronto che superi conflittualità, animosità e posizioni ideologiche. Questo è un argomento che non va affrontato in termini romantici, bisogna avere consapevolezza di cosa sta succedendo quassù e di quanto il lupo costi a tutti in termini economici e sociali.
In sintesi la presenza del lupo non è compatibile con l’allevamento, col turismo, con la caccia, con l’utilizzo del territorio e con la vita sui monti così come sono organizzati ora, e bisogna intervenire.
Una soluzione va trovata e devono essere noti i costi già sopportati e di cui si devono far carico tutti i piemontesi in termini economici e sociali.

Affrontiamo con sano pragmatismo un argomento che riguarda la possibilità di vivere sui monti, uno spazio che occupa più della metà del territorio regionale e dove gli abitanti rivendicano la possibilità di poter decidere a casa loro.
Il lupo quassù è vissuto come la punta di un iceberg la cui parte sommersa riguarda l’accesso ai saperi per la gioventù delle terre marginali, la qualità dei servizi, i costi di produzione, lo sfruttamento delle energie rinnovabili, una struttura di potere che non dà rappresentanza al contado tutto e non solo alla montagna…
No, questa è una situazione che non ci potremo permettere ancora per molto, colline e monti circondano una pianura antropizzata e metropoli, due mondi che da troppo tempo non dialogano e che devono siglare un patto nuovo per unire energie in spirale positiva.
Mariano Allocco