L’avveniristico progetto – firmato dagli architetti torinesi Luca Gentilcore dello studio Gandolfi-Gentilcore e Stefano Testa di Cliostraat e promosso dalla sezione del CAI di Torino, dalla Sucai e dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta – verrà realizzato entro la prossima estate a sostituzione della storica capanna Gervasutti.
Il bivacco è costituito da moduli monofunzionali assemblabili, completamente realizzati a valle, che verranno trasportati in quota da un elicottero, riducendo così al minimo le operazioni di cantiere.
Le sue audaci forme guardano più all’aeronautica che non all’architettura, così come la tecnologia che è racchiusa nell’involucro in vetroresina: cellule fotovoltaiche per l’energia elettrica, sensori per il rilevamento di dati meteorologici, controllo microclimatico interno, gestione integrale dei rifiuti.
Questo sofisticato oggetto si adagerà sulle rocce senza modificare nulla del contesto in cui verrà collocato e potrà essere rimosso senza difficoltà. Grande attenzione è stata posta anche al design degli spazi interni al fine di garantire ai visitatori un comfort ottimale, con particolare riguardo all’igiene e alla sicurezza. Il progetto, che si ispira in modo dichiarato alle sperimentazioni degli anni Cinquanta e Sessanta, vuole farsi pioniere di una nuova generazione di bivacchi alpini concepiti anche per la produzione seriale.
Roberto Dini