Nel 2006 l’entusiasmo e la retorica dell’evento olimpico sembravano legare finalmente Torino alle sue montagne, proponendo l’immagine di un territorio unito, lanciato verso una nuova vita turistica.
Effettivamente negli anni successivi alle Olimpiadi, l’ex grigia città industriale si è trasformata in una delle mete turistiche più frequentate d’Italia, grazie ai suoi musei, le manifestazioni culturali, la splendida architettura barocca. Ma purtroppo non grazie alle sue montagne. Né queste hanno beneficiato della nuova ribalta turistica della Provincia di Torino, rimanendo decisamente arretrate rispetto al resto della montagna piemontese, con l’eccezione dei comuni olimpici, votati però a un turismo fondato sugli sport invernali sempre più in crisi.

«Quello che manca sono la cultura dell’accoglienza e dell’imprenditorialità – spiega Serena Rosnati, specialista di montagna all’interno di Turismo Torino e Provincia, organismo ufficiale per la promozione turistica della Provincia di Torino –. Il problema non è solo economico, dipende dalla mancanza di ricambio generazionale e dall’assenza di una vera cultura della montagna: nelle aree più marginali i giovani non investono sulla montagna. Basti pensare che in tutta la Val Soana ci sono solo otto posti letto».
Questo ente, nato nel 2007 dalla fusione di diversi organismi pre-esistenti, crede molto nella possibilità di fare delle Alpi torinesi una destinazione turistica di punta, tanto che la montagna fa parte, in proporzioni diverse, di tutte e quattro le filiere turistiche proposte: “montagna invernale”, “cultura”, “enogastronomia” e “cultura outdoor”. Perché il rafforzamento dell’offerta turistica possa diventare parte di una strategia complessiva di rilancio della montagna, però, è fondamentale il coinvolgimento degli enti locali, che non sempre ha dato gli esiti sperati. «Fino a non molto tempo fa provavamo a coinvolgere le comunità montane, – continua Serena Rosnati – ma con scarso successo, a causa sia della situazione instabile di questi enti, sia della scarsa consapevolezza da parte dei loro rappresentanti del proprio ruolo di interlocutori. È andata molto meglio quando abbiamo provato a dialogare direttamente con alcuni sindaci particolarmente attivi».
Come nel caso dell’inserimento dei comuni di Ceresole Reale e Pragelato nella rete di eccellenze alpine “Perle delle Alpi”. La cooperazione tra Turismo Torino e i rispettivi comuni ha portato alla rapida approvazione di progetti specifici legati alla mobilita sostenibile, di varianti ai piani regolatori e di un protocollo d’intesa tra enti locali, Provincia e Regione. Soluzioni innovative che possono unire Torino, avviata sulla strada della “smart city”, alle sue montagne, potenziale laboratorio di uno sviluppo sostenibile applicato nelle pratiche quotidiane.
Giacomo Pettenati