La ricerca coordinata dall’Osservatorio del Paesaggio della Provincia autonoma di Trento tra il 2014 e il 2015, che riguarda la riqualificazione paesaggistica delle aree di partenza degli impianti di risalita, parte dal riconoscimento della rilevanza delle attività legate allo sci per l’intera economia provinciale. Si pone in evidenza, in particolare, come il turismo invernale legato soprattutto alla pratica dello sci di discesa abbia portato negli anni ad azioni di riassetto del territorio e trasformazione del paesaggio particolarmente rilevanti. Le grandi iniziative di infrastrutturazione del territorio montano realizzate a supporto dello sviluppo turistico invernale, hanno infatti finito col generare diverse situazioni di criticità paesaggistica, che hanno agito solitamente proprio su quei contesti naturali e di particolare pregio, che rivestono un grande interesse soprattutto da parte dell’utenza turistica. Questa situazione si aggrava nelle stagioni dell’anno in cui l’assenza dell’innevamento mette impietosamente alla luce le tante situazioni di trascuratezza realizzativa e gestionale della quale queste aree soffrono. Il danno di immagine per il settore turistico provinciale è amplificato dalla concentrazione di turisti che frequentano anche nella stagione estiva questi spazi, che rappresentano la porta d’accesso alla montagna trentina d’alta quota.

Lo studio cerca quindi di coniugare il processo di “industrializzazione” progressiva del turismo alpino, declinandolo in termini di maggiore sostenibilità dei luoghi, sia rispetto alle mutate condizioni ambientali (climatiche ed ecologiche) che alle diverse attese di fruizione e utilizzo (sociale ed economico) delle aree, durante le diverse stagioni dell’anno. Da un punto di vista metodologico, il paesaggio è utilizzato come un medium complesso, dal valore culturale e proiettivo, rispetto al quale, in definitiva, convergono e si manifestano una serie di valutazioni ed esiti di ordine piuttosto ampio. Tali valutazioni sono organizzate in una serie di obiettivi generali, sintetizzati in quattro punti:
- la multifunzionalità degli spazi, è intesa come razionalizzazione delle funzioni legate alla programmazione dell’uso degli spazi e delle aree, rivolta alla creazione di luoghi maggiormente versatili e sostenibili, compatibili con lo svolgimento di funzioni diverse, nelle diverse stagioni dell’anno;
- la maggiore funzionalità e più razionale organizzazione degli spazi, è orientata a garantire maggiore economicità ed efficienza gestionale;
- la riqualificazione estetica degli spazi attualmente fortemente degradati, va perseguita attraverso interventi di natura architettonica e paesaggistica, estesi a spazi aperti, edifici, infrastrutture e impianti;
- la valorizzazione ecologica degli spazi, è necessaria al fine di rendere in futuro la presenza di questi contesti, oggi problematici, più sostenibile dal punto di vista ambientale.

Tali obiettivi sono sviluppati nella ricerca attraverso quattro fasi. Una prima fase, Tipologie degli elementi di degrado ricorrenti, riguarda l’osservazione e l’interpretazione delle criticità, individuabili negli spazi di pertinenza e nelle stazioni di partenza degli impianti sciistici presenti sul territorio della provincia di Trento. La sistematizzazione di tali criticità è stata organizzata individuando una “tassonomia” possibile delle condizioni di degrado e delle cause che le generano. Questa fase si esplicita nella seconda parte, in cui attraverso delle Schede di rilevamento condotte su 14 aree presenti sul territorio trentino vengono individuati i fattori di criticità applicando il metodo di lettura e documentando attraverso una casistica ampia e rappresentativa le situazioni di degrado tipiche e ricorrenti. Nella terza sezione Azioni per la riqualificazione paesaggistica delle aree di partenza degli impianti di risalita, sono individuate e organizzate le possibili strategie da intraprendere per dare corso alle iniziative di riqualificazione paesaggistica.
Il processo si conclude nella quarta e ultima parte con due progetti di natura esemplificativa. Nei due studi, a scala pre-progettuale, sono state affrontate situazioni di degrado paesaggistico particolarmente spinto, rappresentate dall’area del fondo Grande nel Comune di Folgaria e dalle pertinenze della stazione di partenza dell’impianto del Grostè denominata “Fortini”. Considerata la natura della ricerca, queste applicazioni sono finalizzate a testare su casi concreti approcci e soluzioni che si auspica possano trovare una generalizzata applicazione sul territorio trentino.


L’attività di ricerca conclusa alla fine del 2015, costituirà la base per la redazione di un documento programmatico in fase di condivisione da parte del Forum dell’Osservatorio, che agisce attraverso Comitati tematici e gruppi di lavoro in cui sono rappresentati gli enti territoriali e le diverse componenti del mondo economico, scientifico e associativo attive nella Provincia.


Vincenzo Cribari, Università degli Studi di Trento e Giorgio Tecilla, Osservatorio del paesaggio della Provincia autonoma di Trento