Dopo una prolungata crisi economica il trasporto merci in Ue ha ricominciato a crescere e la richiesta di trasporto di beni attraverso le Alpi è in continuo aumento. La Macroregione Alpina (Eusalp), che comprende sia le montagne, sia i principali centri metropolitani e urbani localizzati ai suoi bordi, svolge un importante ruolo di crocevia internazionale. Da un lato, il trasporto delle merci è essenziale per lo sviluppo economico dell’ Ue. Dall’altro, le Alpi sono il risultato di un ecosistema sensibile e data anche la loro conformazione geografica, sono caratterizzate da impatti negativi più elevati rispetto ai terreni pianeggianti. Nel 2019, il manuale sui costi esterni dei trasporti pubblicato dall’Ue rileva come la componente stradale rappresenti circa l´83% di tutte le esternalità del trasporto, generando così un danno quantificato pari al 4,8% del Pil continentale.
Lungo i principali corridoi transalpini analizzati da iMONITRAF! (www.imonitraf.org), sono stati registrati nel 2018 circa 24.000 veicoli pesanti al giorno, con un incremento del 4% rispetto al 2017. I dati relativi alla ripartizione modale tra i corridoi rivelano però condizioni molto differenti tra i Paesi alpini. Nel 2018, lungo la direzione italo-austriaca circa il 71% dei volumi della merce è trasferito via strada ed il 29% via ferrovia, l’opposto delle percentuali registrate lungo le infrastrutture italo-svizzere. Lungo i corridoi italo-francesi oltre il 92% della merce è trasportato via strada e meno dell´8% via ferrovia. In questo quadro la Macroregione Alpina si trova di fronte alla necessità di attuare politiche e misure coordinate volte a incentivare modalità di trasporto più sostenibili per appianare le differenze registrate tra i Paesi.
Le strategie a supporto del Trasporto combinato (Tc) possono incrementare la ripartizione modale a favore della ferrovia ed al contempo ridurre i costi a carico della collettività. I costi elevati e l’aumento dei tempi di viaggio sono alcune delle problematiche che rendono il Tc meno competitivo rispetto a quella stradale, in particolare quando si considerano distanze complessive ridotte come nel caso del Tc alpino. Per potenziare il Tc i centri intermodali, nodi dedicati alle operazioni di trasbordo della merce da una modalità di trasporto ad un’altra, devono essere collegati in modo efficiente alle infrastrutture lineari (corridoi). Recenti studi tecnici svolti nell´ambito dei progetti europei AlpInnoCT (www.alpine-space.eu/projects/alpinnoct) e Smartologi (www.smartlogi.eu) mirano a conciliare, attraverso il miglioramento del Tc, la crescita del trasporto merci con la protezione dell´ecosistema naturale e della popolazione nelle Alpi.
Dal momento che le soluzioni adottate fino ad ora (ad esempio l’introduzione degli incentivi a sostegno del Tc) non sono state sufficienti a invertire l’attuale tendenza, i due progetti propongono misure integrative volte a rendere il Tc più attraente. Vengono infatti proposti modelli innovativi di carico e scarico delle merci, sistemi di trasporto intelligenti da adottare sia nei centri intermodali, sia lungo le infrastrutture lineari, o ancora vengono individuate nuove soluzioni per una gestione ottimizzata dei nodi intermodali, ridefinendo il ruolo determinante che questi ultimi possono avere per un migliore equilibrio del trasporto merci a livello transnazionale. Tali misure, affiancate a quelle esistenti o in programma, tra cui l’introduzione di divieti di circolazione settoriale o lo sviluppo di nuove infrastrutture ferroviarie (ad esempio la futura apertura della galleria di base del Brennero), possono contribuire alla riduzione del traffico dei mezzi pesanti. Per il raggiungimento di un obiettivo comune volto a favorire la modalità ferroviaria è necessario però agire anche a livello europeo ripensando la normativa sul Tc e migliorando l’integrazione e la cooperazione tra i Paesi della Macroregione Alpina, per evitare interruzioni o blocchi ai servizi.
Giulia Sommacal