G. Daidola, Sciatori di montagna. 12 storie di chi ha fatto la storia dello scialpinismo, Mulatero, Ozegna 2017, pp. 192 con fotografie, 19 euro.

La casa editrice Mulatero lancia due nuove collane dirette da Leonardo Bizzaro. Una è dedicata ai grandi spazi dello sci estremo (il primo titolo racconta la vita di Doug Coombs), l’altra collana si occupa della storia degli sport di montagna con particolare attrazione allo sci. Nel secondo contenitore si distingue il bel libro di Giorgio DaidolaSciatori di montagna”, che percorre la vita e le opere di dodici padri dello scialpinismo da Wilhelm Paulcke a Michel Parmentier, passando per Marcel Kurz, Ottorino Mezzalama, Toni Gobbi, Heini Holzer e via scivolando. I nomi non saranno forse sconosciuti agli appassionati, ma è nuovo l’inquadramento “filosofico” delle loro tracce, che attraverso l’esplorazione, la tecnica e la passione hanno veramente rimodellato il discorso sullo sci. Anche lo sci agonistico, il più noto al grande pubblico, deve a questi pionieri l’evoluzione del vedere e del fare.
Se nella storia dell’alpinismo si è arrivati a leggere il progresso per salti evolutivi, individuando i geni innovatori e le intuizioni creative, nello sci il metodo non è affatto scontato perché si pensa che sia solo tecnica. Nient’altro che abilità. Invece, come tutte le vicende umane, lo sci è fatto di cultura e interpretazione, fattori che in ogni epoca portano all’esplorazione di spazi nuovi con occhi diversi. È quanto si legge nelle dodici vite scelte da Daidola, che da sole sono dei fantastici racconti d’avventura e insieme fanno la storia di un’arte.
Enrico Camanni