Abbiamo chiesto a Don Gianluca Popolla, direttore del Centro Culturale Diocesano di Susa e anima del Piano “Valle di Susa. Tesori di Arte e Cultura Alpina”, cosa pensa del futuro del Forte di Exilles, in Valle di Susa.

Quale l’importanza del Forte per la Valle?
Il forte di Exilles è uno dei beni faro della Valle di Susa, insieme alla Sacra di San Michele, all’abbazia di Novalesa e alla precettoria di Sant’Antonio di Ranverso. Questi luoghi hanno la capacità di attrarre un alto numero di visitatori e possono svolgere un importante ruolo di promozione del territorio. Il Forte potrebbe diventare una delle porte di accesso al territorio.

Qual è stato in questi anni il “dialogo” del Forte di Exilles con il territorio?
Il Forte è stato coinvolto nel 2008 in un importante evento espositivo intitolato “Alpi da Scoprire. Arte Paesaggio Architettura per progettare il futuro”. Sempre nel 2008 poi ha ospitato alcuni eventi legati agli anniversari dei 650 anni del “Trittico del Rocciamelone”, i 300 dalla presa del Forte di Exilles ed il primo centenario dello Ski Club di Bardonecchia. Tre ricorrenze molto differenti tra loro, che hanno testimoniato la vitalità di un territorio come la valle di Susa, terra di confine a lungo contesa, oggi riproposta nella sua centralità, attraverso il recupero di tradizioni antiche di arte e nuove occasioni di loisir. Questi appuntamenti sono stati un’occasione per pensare all’evoluzione nel tempo di un ambiente alpino e per porre le basi di una riflessione intelligente sull’abitarci e lavorarci oggi e nel prossimo futuro.

Come valuta l’interessamento della Fondazione per il Libro al Forte?
In modo assolutamente positivo. Tra i loro obiettivi infatti c’è anche quello di collaborare a con realtà private, enti pubblici e il territorio in favore della cultura. La Fondazione, oltre a gestire il Salone Internazionale del Libro di Torino, che è la più importante manifestazione italiana nel settore editoriale e fra le maggiori a livello europeo, porta avanti ogni anno numerosi progetti ed eventi culturali sul territorio come “Montagne dal Vivo”, programma di spettacoli che si svolgono in 74 località della montagna piemontese. Dunque credo ci siano tutte le premesse per poter lavorare bene.

Quali le prospettive per il Forte?
Di una valorizzazione integrata con l’intero patrimonio culturale della Valle, in dialogo con le comunità del territorio. E abbiamo una piattaforma dove tradurre in azioni progettuali questo metodo di lavoro, si tratta proprio del nostro Piano di valorizzazione “Valle di Susa. Tesori di Arte e Cultura Alpina”, il luogo giusto per fare incontrare gli attori a vario titolo interessati alla vita del Forte, e arrivare a un progetto su questo sito culturalmente strategico a livello nazionale e internazionale.
Erwin Durbiano

Info: www.vallesusa-tesori.it