Per chi si reca dalla pianura veneta verso le Dolomiti, il Canale di Brenta è solo un lungo corridoio incassato tra ripidi e scoscesi versanti di monti. Tuttalpiù lo sguardo degli alpinisti si ferma sulle pareti dei Loke o del Pilastro dei Barbari per individuare vie si salita più o meno fattibili, e quello dei canoisti sui kayak impegnati nella discesa del Brenta. Quasi nessuno ha l’occasione di dare uno sguardo sui piccoli “fazzoletti di terra”, gli antichi terrazzamenti un tempo coltivati a tabacco, che si inerpicano al di sopra dei paesi. E dire che si tratta di un museo diffuso straordinario, testimone di una vera e propria lotta per la sopravvivenza vissuta dagli abitanti di un territorio avaro di risorse e di possibilità. Negli anni ’60 il regista Giuseppe Taffarel ha fissato questo mondo dei vinti nello splendido documentario “Fazzoletti di terra”, presto nuovamente disponibile in dvd. Oggi la maggior parte di questi terrazzamenti sta scomparendo, soffocata dalla vegetazione e dall’incuria. L’Osservatorio del Paesaggio del Canale del Brenta, nato dalla collaborazione tra Regione del Veneto, Università di Padova e Università Iuav di Venezia, ha lanciato una serie di iniziative per ridare vita a questo paesaggio abbandonato. Innanzitutto il progetto di adozione dei terrazzamenti in disuso da tempo, rivolto non solo agli abitanti del Canale, ma anche a chi viene da centri urbani vicini e decide di prendersi cura dei campi e dei muretti a secco. Il progetto ha avuto un grande successo, e in questo momento quasi tutti i terrazzamenti disponibili (ovvero quelli per cui il Comune ha potuto risalire ai proprietari per chiedere il permesso) sono stati “affidati”, e sono in corso ricerche catastali (molti abitanti sono emigrati anche all’estero, rendendo difficile l’individuazione dei proprietari) per ampliare l’offerta.
Il 24 marzo a Valstagna è stato presentato il film “Piccola Terra” di Michele Trentini e Marco Romano, che partendo dal “mondo dei vinti “ descritto da Giuseppe Taffarel,  racconta il ritorno alla vita dei terrazzamenti adottati. Come sottolineano gli autori, “Piccola Terra” vuole essere un messaggio di speranza per le montagne marginali, un racconto di ritorni alla terra e vicende di integrazione, vuole far riflettere sulle opportunità che offre questo patrimonio culturale misconosciuto ai più.
Per ricordare a chi passa veloce sulla statale 47 della Valsugana che intorno a lui, oltre i guardrail esiste un altro mondo, l’Osservatorio del Paesaggio ha realizzato un’installazione luminosa temporanea in un terrazzamento sopra Sasso Stefani, che rimarrà in funzione fino a giugno. Grazie a un impianto fotovoltaico (donato dalla ditta Solon di Carmignano di Brenta) e luci led, l’antico “fazzoletto di terra” si illumina (di meno grazie all’energia rinnovabile) e suggerisce un possibile uso culturale del paesaggio. Come sottolinea Nadir Mognato, l’architetto dell’Osservatorio che ha curato il progetto “Fazzoletti di luce”, l’installazione vuole stimolare una diversa visione del paesaggio del Canale  del Brenta, non più luogo dimesso e di abbandono, imbarazzante testimonianza di un passato di stenti e di sfruttamento, bensì un patrimonio culturale ricco di nuove possibilità.
Paola Lugo