Giovedì 13 novembre, presso il Castello del Valentino di Torino, una cinquantina tra albergatori, rifugisti, agricoltori amministratori e appassionati delle valli alpine di Piemonte e Valle D’Aosta, aderenti alla rete Sweet Mountains, si sono trovati per ragionare sul turismo dolce in montagna.
I rappresentanti delle migliori e più innovative proposte di turismo alpino si sono confrontati per l’intera giornata cercando di focalizzare i passi futuri della rete: dalla Casa Clima di Stroppo inserita nel “Sistema Val Maira”, all’Associazione Valvaraita Trekking che “riparte dal sentiero” come un’arteria per riportare “il sangue” su un territorio “abbandonato”. Dall’Associazione “Bandiera verde di Legambiente” Naturavalp in Valpelline che lavora in rete per promuovere il turismo sweet, al centro Coumarial ai piedi della riserva di Mont Mars in Valle del Lys, che coinvolge tutte le realtà attive nel comune di Fontainemore, nella gestione di un turismo responsabile. Dall’intraprendente “gruppo di Chamois”, uno dei pochi Comuni alpini senza collegamento stradale, alle aziende agricole, b & B, rifugi, Case alpine e tanto, tanto altro. Esempi di ciò che “si muove” sull’arco alpino. Un movimento che ragiona sulla ricerca di nuove strade da percorrere nell’affrontare l’attuale crisi, ormai conclamata, del modello turistico legato spesso, solo, allo sci da discesa in montagna. Un mondo fatto di imprenditori privati, associazioni, parti delle amministrazioni locali e, non ultimi, i turisti. Sempre più attenti e preparati e curiosi verso la conoscenza vera di un territorio unico in Europa e nel mondo.
Ricezione di qualità, enogastronomia, artigianati, cultura , storia e società. Un cocktail vincente per rilanciare un territorio, tanti territori marginali, che si risvegliano dal torpore dell’egemonia urbana rivendicando orgogliosi uno spazio all’interno della società, con una nuova mission: offrire “esperienze” al turista responsabile.
La giornata di riflessione e proposte è partita dal racconto autorevole di una serie di buone pratiche: Ermanno Bressy ha presentato “Il caso della Val Maira: storia e prospettive”. Francesca Baldereschi “I presidi Slow Food sulle Alpi del Nordovest”. Silvia Guerra: “I numeri del Gallo Rosso in Alto Adige”. Giulio Beauchod: “ Compagnia e rete del Buon Cammino”.
Nel corso della discussione pomeridiana poi, molti gli spunti di riflessione, provenienti da un mondo, quello degli operatori del turismo sweet, nel quale (è stato sottolineato) sono tante le percezioni di crisi del settore tradizionale, ma mancano i dati sull’andamento dell’attuale turismo montano.
Secondo la Market Research Company NPD Group (che ha condotto una ricerca su oltre 500 mila consumatori in 8 paesi nel 2013) il consumo dei prodotti outdoor in Europa è in crescita per un mercato che vale oggi sui 16,3 miliardi. Parallelamente, segnala sempre NPD Group, si registra un calo nel segmento “snowsport” del 2013, soprattutto in Germania, Italia e Spagna.
Anche negli USA la situazione è in rapido cambiamento, e il dato è interessante, visto che e di solito sono loro a dettare la linea che qualche anno dopo si leggono poi anche in Europa: il Rapporto della Outdoor Foudation 2013 sulla “Partecipazione alla vita outdoor” segnala un record di attivi (142,6 milioni di persone praticanti attività outdoor), a fronte di un calo maggiore nelle “attività su neve”, in particolare sci alpino/downhill (-11%), cross country (-8,9%) e snowboard (-7,7%).
Possiamo quindi dire che qualcosa sta cambiando? Secondo la rete Sweet Moutains si, e dalla giornata di giovedì 13 novembre i suoi aderenti hanno cominciato a ragionare, insieme a Dislivelli, Slow Food, Compagnia del Buon Cammino e tante, tante altre reti già esistenti e attive sul territorio a muovere i primi passi per affiancarsi al turismo alpino tradizionale con nuove offerte sweet.
Non perdete di vista il sito per gli aggiornamenti: www.sweetmountains.it