Il capitale naturale della montagna è fragile e costantemente sotto attacco: a febbraio il Consorzio turistico della Valle Maira ha detto no alla circolazione di fuoristrada, suv, quad e motociclette, sulle strade bianche in quota della Val Maira, respingendo una proposta della Regione Piemonte. Anche in questo caso la Val Maira rappresenta un’eccezione: poco lontano, i fuoristrada hanno libero accesso 5 giorni su 7 all’Alta Via del Sale, da Limone Piemonte a Monesi. Chi si muove a piedi o in bici è in minoranza: solo al martedì e al giovedì camminatori e ciclisti possono godersi la quiete e i suoni della montagna senza il rombo dei motori.
Dalla Valsusa a Pragelato fino a Prato Nevoso, nel cuneese, sono in aumento le offerte di gite in motoslitta: tanto che l’edizione torinese del Corriere della Sera ha pubblicato il 20 febbraio un articolo a tutta pagina che tesse le lodi di questo mezzo di trasporto, nato per il soccorso e ora rilanciato a fini turistici, “nel rispetto dell’ambiente alpino e della fauna selvatica”. Una liberalizzazione che interpreta in modo disinvolto le regole stabilite dalla legge 2 del 2009 della Regione Piemonte. Legge che pone l’accento sulla sicurezza nella pratica degli sport invernali, fissa limiti al volo in montagna e all’uso dei mezzi “atipici” come le motoslitte, lasciando però ai Comuni la facoltà di permetterne la circolazione su percorsi autorizzati.
Claudia Apostolo
Non tutti in valle sono contro, anzi. Regolazione sarebbe meglio che chiusura. Chi vuole chiudere è chi è sui sentieri, magari ben lontano dalla Gardetta che dovrebbe promuovere anche il suo dinosauro. Vivere di soli camminatori è a mio parere possibile solo a coloro che vivono qui e se non passa nessuno comunque hanno una casa dove vivere, non solo una attività . Nessun investitore è in realtà interessato ad acquisirr strutture che, per un motivo o per l’altro, vorrebbero cedere. La situazione reale della valle frena qualunque slancio per fare veramente impresa(costi e ricavi corretti, impresa sana intendo). Una bolla, un business inconsistente, che senza i servizi utili immaginati da Colombero, non porterà grandi risultati. Non si possono escludere importanti fette di mercato soprattutto se non si è sui sentieri in salita lato sinistro orografico.