Il programma della Festa del turismo dolce Solstizio, organizzata dall’Associazione Trip Montagna (di cui Dislivelli è socio fondatore), dall’Unione montana Val Maira e da Espaci Ocitan (dal 22 al 24 giugno 2018 ad Acceglio), si arricchisce ogni giorno di più. Parteciperanno oltre 20 testimoni di eccellenza che racconteranno le loro idee e le loro storie. Inoltre le guide alpine e le guide escursionistiche ambientali hanno pensato per i partecipanti una ricca scelta di itinerari per tutti i gusti.
Di seguito alcune delle sorprese che riserverà la tre giorni in Valle Maira.
Cominciamo da Tiziano Fratus, che porta le sue suggestioni alla festa del Solstizio. Chi desidera, svegliandosi presto la mattina di sabato 23 giugno, potrà accompagnarlo nei boschi della valle e assistere alla nascita del giorno con una voce narrante di qualità: «La distanza fra radice e fronda è proporzionale alla distanza tra realtà e pensiero», spiega lo scrittore, dendrosofo, poeta e autore di tanti libri su natura e alberi. Che in Val Maira proporrà una meditazione letteraria, all’alba, in foresta, dal titolo “La procreazione del bosco”: «Noi non entriamo in un bosco – continua Tiziano –, noi siamo il bosco. Si va alla ricerca di un “centro di gravità permanente”, per citare la celebre canzone di Franco Battiato, si omaggia Madre Natura per il regalo dell’esistenza e per questi spazi di natura riconquistata. Prima di entrare nel bosco ci si inchina e si chiede permesso».
E continuiamo con Sebastiano Audisio, infermiere, maestro di sci, alpinista e viaggiatore, che racconterà a Solstizio l’esperienza di “Montagnaterapia”, il sorprendente tentativo (riuscito) di utilizzare l’escursionismo e la montagna per la cura di patologie fisiche e mentali, attraverso la collaborazione di medici, infermieri ed educatori. Con il termine “Montagnaterapia” si intende un originale approccio metodologico a carattere terapeutico-riabilitativo e/o socio-educativo, finalizzato alla prevenzione secondaria, alla cura e alla riabilitazione degli individui portatori di differenti problematiche, patologie o disabilità; le “terapie” prevedono il lavoro sulle dinamiche di gruppo, nell’ambiente culturale e naturale della montagna. Le attività di Montagnaterapia sono progettate e attuate prevalentemente nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, o in contesti socio-sanitari accreditati, con la collaborazione del Club Alpino Italiano e di altri enti o associazioni accreditate.
Ci sarà anche Fabrizio Barca, ex ministro, artefice della Strategia Aree Interne. Barca parlerà a Solstizio nel pomeriggio del 22 giugno, all’inaugurazione della Festa del Turismo dolce. «Terra e cultura più che cemento e uffici. Prodotti tipici da consumare non solo nelle sagre. Canti e teatro al posto delle betoniere. Svuotare le coste e riportare le persone sulle montagne. Sistemare le strade provinciali, togliere le buche, restaurare i paesaggi, le pozze d’acqua per gli ovini, ripulire i fiumi, i torrenti…». Così scrive il “paesologo” Franco Arminio, uno degli ispiratori culturali della Strategia. Barca racconterà uno dei più lungimiranti programmi politici degli ultimi decenni, un progetto pilota di sviluppo territoriale che ha coinvolto la Val Maira. L’operazione si muove dal presupposto che «le Aree Interne rappresentano una parte ampia del Paese – circa tre quinti del territorio e poco meno di un quarto della popolazione – assai diversificata al proprio interno, distante da grandi centri di agglomerazione e di servizio e con traiettorie di sviluppo instabili ma tuttavia dotata di risorse che mancano alle aree centrali, con problemi demografici ma anche fortemente policentrica e con forte potenziale di attrazione». Tradotto in linguaggio corrente significa che l’Italia non è un paese di città, anche se molti italiani la pensano così. L’Italia è un paese di montagne, perlopiù, borghi abbandonati, saperi accantonati, bellezze tradite e dimenticate.
E poi la musica. «Che musica fanno L’Orage? Armati di organetto e ghironda, ma anche di chitarre elettriche, basso e batteria, sono un combo che si basa sul polistrumentismo dei fratelli Boniface, che insieme suonano la bellezza di 8 strumenti, e sulla vena autorale di Alberto Visconti – scrive Giorgio Maimone, in una recensione su “La Brigata Lolli” -. Possiamo citare quel lungo filone che si dipana da Loy e Altomare fino alla Piccola Bottega Baltazar, dai Mercanti di Liquore ai Noir Desire, con delle reminiscenze vicinali dei Lou Dalfin (che si esibiranno alla Festa del Solstizio la sera di venerdì 22 giugno, Ndr) nell’ambito della musica tradizionale delle Alpi Occidentali. Ma L’Orage fa soprattutto musica propria che non rientra nei canoni esatti del folk rock». E’ canzone d’autore ibridata di folk, una miscela fascinosa che ha il merito di lasciare ampio spazio alla musica, intesa anche come elemento aggregante. E non a caso la festa rientra nel titolo del primo album. E’ musica non omologata. Canzoni che cercano di risvegliare, interessare, colpire, senza utilizzare colpi bassi, né stranezze, né scorciatoie. «Sono tutti pezzi avventurosi, in cui capita qualcosa che non ti aspetti – spiega Alberto Visconti, che del gruppo è il principale autore –. Anche perché siamo allergici alla noia. Per cui abbiamo messo tantissima carne al fuoco, senza porre barriere di generi». I testi dei L’Orage cercano comunque appigli nella migliore letteratura: da Rimbaud, a Calvino, a Pavese, poi rielaborate dalla sensibilità poetica di Visconti e da quella musicale dei fratelli Boniface.
Per saperne di più visita il sito e iscriviti alla Festa: www.solstizionellealpi.it