Il grido di allarme lanciato dagli scienziati dell’IPCC (il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici) con l’ultimo rapporto pubblicato a fine marzo di quest’anno, indica chiaramente come non ci sia più tempo da perdere per fronteggiare l’emergenza climatica. L’aumento di ondate di calore, siccità e inondazioni sta già superando il livello di guardia. Questi eventi meteorologici estremi si stanno verificando simultaneamente, causando impatti a cascata che sono sempre più difficili da gestire.
Per questo motivo il Cai, Cpra, Cirf, Free Rivers, Legambiente, Lipu, Wwf, Dislivelli, Mountain Wilderness lanciano un appello per promuovere le seguenti “azioni chiave per una politica idrica che favorisca l’adattamento ai cambiamenti climatici”:
- Istituire attraverso il MASE, di concerto con il MASAF e con il supporto di ISPRA, ISTAT, IRSA-CNR e le altre istituzioni tecnico-scientifiche in grado di contribuire, protocolli di raccolta dati e modelli logico/previsionali che permettano di conoscere e rendere disponibile ai cittadini stime affidabili delle disponibilità di risorse idriche, dei consumi reali e della domanda potenziale.
- Definire e adottare per ogni bacino idrografico Piani di bilancio idrico con misure di gestione delle siccità che devono essere inserite nella pianificazione territoriale e tenute in considerazione nel rinnovo delle concessioni idriche, in modo da superare definitivamente l’attuale approccio emergenziale.
- Individuare, sentita ARERA e le associazioni degli enti d’Ambito e dei gestori dei SII, gli eventuali ostacoli e i meccanismi di reperimento delle risorse finanziarie che permettano di accelerare il percorso volto a portare le perdite delle reti civili al di sotto del 25% (per le perdite percentuali) e entro i 15 mc/km/gg (per le perdite specifiche lineari) e di introdurre un nuovo criterio in aggiunta ai 6 definiti dalla “Regolazione della Qualità Tecnica del Servizio Idrico Integrato”, che premi i gestori che massimizzano il riuso delle acque depurate.
- Definire, di concerto con l’ANCI, una strategia che promuova la riduzione dei consumi idrici domestici e il ricorso ad acque non potabili (acque di pioggia accumulate o acque grigie depurate) per gli usi compatibili (risciacquo dei WC, lavatrice, lavaggi esterni) in modo da portare il valore medio dei consumi civili di acqua potabile a non oltre i 150 litri abitante giorno.
- Definire attraverso il MASAF, di concerto con il MASE, una strategia di trasformazione del nostro sistema agroalimentare, identificando misure fortemente orientate a: favorire la diffusione di colture e sistemi agroalimentari meno idroesigenti; promuovere la diffusione di misure mirate all’incremento della funzionalità ecologica dei paesaggi e suoli agrari e della loro capacità di ritenzione idrica; contenere i consumi irrigui.
- Garantire la piena attuazione degli obblighi di rilascio del deflusso ecologico, per assicurare una maggior resilienza degli ecosistemi acquatici in condizioni di siccità e anche al fine di ripristinare le naturali funzioni di ricarica delle falde acquifere, associandolo a misure di ricarica artificiale.
- Recepire le misure previste dalle strategie per la “Biodiversità 2030”, “From farm to fork” e “Suolo” nell’ambito del New Green Deal dell’UE e riprese dalla proposta normativa “Pacchetto Natura” presentata dalla Commissione Europea.
- Avviare un programma nazionale di riqualificazione e ripristino della connettività dei corsi d’acqua, come misura di adattamento al cambiamento climatico, in coerenza con gli obblighi della Direttiva Quadro Acque e con gli impegni della Strategia Europea per la Biodiversità e in sinergia con la Direttiva Alluvioni.
- Destinare, in particolare, almeno 2 miliardi di euro l’anno per un periodo di 10 anni ad interventi di riqualificazione morfologica ed ecologica dei corpi idrici naturali e del reticolo minore.
Scarica l’Appello crisi idrica e gestione dei corsi d’acqua delle associazioni