Nel corso dell’incontro dell’11 e 12 marzo tenutosi a Rieti, si è ragionato sui principali fattori di sviluppo (risorse naturali e culturali e sistemi agro-alimentari di qualità) e sulle condizioni minime necessarie a costruire una vera strategia: servizi per l’istruzione, salute e mobilità. (vedi articolo precedente sul tema delle Aree interne). Hanno partecipato molti Sindaci, illustrando le strategie di sviluppo territoriale di area vasta, che hanno portato nel corso degli anni all’accorpamento progressivo in Unioni di Comuni. Questo aspetto è stato messo in luce in piu’ interventi, tra cui quello di Borghi (Uncem) e di Mauro (Anci piccoli comuni), che hanno sostenuto la necessità di pervenire in tempi rapidi all’accorpamento dei Comuni in Unioni sulla base di una suddivisione del territorio italiano che tenga conto delle esigenze di sviluppo socio-economico e territoriale, oltreché della necessità di  organizzare l’esercizio associato delle funzioni e dei servizi comunali. Tutti I rappresentanti delle Comunità locali hanno ribadito che senza la modifica del patto di stabilità non è più possible fare investimenti. Il Ministro Barca ha concluso con le proposte da sottoporre al confronto con le Regioni. In primo luogo la strategia si basa su una domanda del mercato che richiede e valorizza la diversità, questo è un punto di forza per le aree interne, che offrono prodotti agricoli e turistici di qualita’. E’ quindi fondamentale il ruolo dell’agricoltura, che va promossa anche favorendo l’uso delle terre incolte (usi civici, demanio, ecc) e la ricomposizione fondiaria. Le aree interne inoltre dispongono di un patrimonio naturale (aria, acqua, vento, sole) da mettere in gioco nel rapporto con le aree urbane: su questo punto occorre una tutala attiva.  Occorre promuovere il lavoro per favorire l’incremento demografico.

Per avviare la nuova fase di programmazione  sono necessarie quattro condizioni preliminari alla strategia, da inserire nell’accordo con la Commissione Europea: gestione associata dei servizi e delle funzioni comunali per aree funzionali alla pianificazione territoriale, politiche scolatiche orientate a valorizzare la cultura (affinche’ i ragazzi abbiano gli strumenti per decidere se andarsene o restare) e le tradizioni produttive dei luoghi, a tenere le scuole aperte come centri civici, ad utilizzare gli strumenti multimediali per mettere in rete le differenti realtà locali, organizzate in modo sempre più autonomo,
politiche socio-sanitarie: quadro epidemiologico chiaro a disposizione dei Comuni, che devono essere coinvolti su come migliorare i servizi di diagnostica (anche tramite strumenti multimediali) e di emergenza, per garantire pari condizioni di assistenza a fronte della chiusura dei piccoli ospedali e della riduzione della spesa sanitaria modifica del patto di stabilità e avvio della futura fase di programmazione con strumenti di pianificazione territoriale in sostituzione dei tradizionali bandi settoriali.
Saranno discusse con le Regioni tre ipotesi per la programmazione 2014-2020: quella attuata direttamente dalle Regioni, quella più attenta al metodo, che prevede progetti pilota concordati tra Stato e Regioni, con il  supporto di laboratori progettuali  a cui partecipano i Ministeri, e infine quella più cogente che prevede una federazione nazionale di progetti.
Maria Cavallo Perin