L’attività sviluppata negli ultimi anni dal centro di ricerca Istituto di Architettura Montana – Iam del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino (ricerca scientifica e progettuale, divulgazione attraverso pubblicazioni, convegni e la redazione della rivista “ArchAlp”, ecc.) ha permesso di creare, all’interno del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, uno specifico filone scientifico incentrato sul progetto e la conoscenza dell’architettura, del paesaggio e del territorio in ambiente alpino.
Lo Iam rappresenta oggi l’unica realtà universitaria presente nei paesi dell’arco alpino specificatamente dedicata ai temi dell’architettura e del paesaggio costruito montano, e proprio in virtù di ciò raccoglie l’attenzione di diverse realtà e operatori nel campo, configurandosi come un punto di riferimento a livello regionale, nazionale, internazionale.
Quello dell’architettura e del paesaggio costruito in ambiente alpino costituisce un ambito di lavoro in cui convergono tematiche molto differenti che vanno dalla qualità architettonica ed energetica del costruito all’heritage, dall’urbanistica allo sviluppo tecnologico sostenibile, dalla salvaguardia ambientale alla valorizzazione turistica, dalle infrastrutture alla valorizzazione delle risorse storiche, culturali e sociali della montagna.
Al di là del lavoro di networking con gli addetti ai lavori, una delle peculiarità che ha da sempre caratterizzato l’attività di ricerca dello Iam è il coinvolgimento diretto e la cooperazione con le realtà e le istituzioni locali che a diverso titolo operano sul territorio montano (comuni, regioni, comunità montane, fondazioni, associazioni, enti locali).
Tale approccio, che costituisce una delle prerogative di lavoro del centro, consente di far confluire i differenti punti di vista attorno ai temi e alle problematiche del territorio per comporre così un processo circolare in grado di generare una riverberazione virtuosa e fertile per tutti gli attori implicati. Un processo non solo dunque di “trasferimento” sul territorio dei risultati della ricerca ma in primis di ascolto e di costruzione condivisa della “domanda di progetto” insieme a tutti i soggetti interessati.
Questo cortocircuito si dimostra particolarmente virtuoso quando riesce a forzare delle logiche talvolta schiacciate sugli aspetti tecnico-normativi o connotate da un consolatorio “problem solving” per abbracciare invece delle visioni inattese e più articolate che solo un punto di vista terzo che introduce scarti e discontinuità, può dare.
Ecco dunque come la ricerca nell’ambito delle discipline dell’architettura diventa un tassello fondamentale nel quadro delle pratiche di sviluppo del territorio in quanto consente di far convergere processi di scala internazionale e peculiarità delle problematiche locali, di costruire visioni di sviluppo alle differenti scale, di mettere in forma problematiche ed opportunità, e di istruire tavoli di concertazione con gli innumerevoli attori coinvolti.
Roberto Dini