Rete Rifai è un’Associazione di Promozione Sociale che riunisce varie realtà attive nei campi di animazione territoriale e sviluppo locale nelle aree interne italiane. La sua origine si può ricondurre alla parola “sogni”, ovvero tutto nasce da un piccolo progetto di animazione della Valle Stura, in provincia di Cuneo, che nell’autunno del 2020 ha riunito al Nuovi Mondi Festival di Valloriate tre comunità in cui erano preesistenti delle aggregazioni giovanili attive sui propri territori e che in occasione del festival sono state invitate a intervenire riguardo le problematiche del vivere nelle aree interne dalla prospettiva dei giovani “restanti” e di quali fossero i loro sogni per il futuro della vita nei propri paesi.
Si è trattato di un incontro decisivo. Innanzitutto, perché in quell’occasione, tra gli uditori, erano presenti dei decisori, cioè rappresentanti della politica a vario livello nonché della Strategia Nazionale Aree Interne, ma soprattutto perché ascoltando i vari interventi dei nostri coetanei sul palco ci siamo resi conto che i problemi relativi alle aree interne sono comuni in tutta Italia, senza distinzioni di matrice geografica. Oltre alle difficoltà di accesso ai servizi fondamentali alla cittadinanza, ossia trasporto, sanità e istruzione, sono quasi sempre presenti delle figure che di fronte all’arrivo di una nuova idea sono subito pronte a ostacolarla e scoraggiarne il perseguimento. Noi giovani ci siamo resi conto che ci veniva negata la possibilità di sognare un futuro diverso da quello dell’abbandono del proprio luogo d’origine. Ne è nato un confronto che ha portato il piccolo nucleo iniziale a riflettere sull’importanza di far valere la voce dei restanti, di puntare su coloro che nascono e crescono nei territori, quelli che tengono attive le scuole, usufruiscono dei servizi e che ne rappresentano il futuro. Allo stesso tempo ci siamo accorti dell’assenza di un soggetto in grado di mettersi in contatto con le diverse realtà presenti sui territori, di un qualcuno che si possa assumere la responsabilità di capire cosa si muove nelle aree interne a livello generale, soprattutto tenendo a mente che i bisogni delle comunità emergono dal basso.
Così, abbiamo pensato di creare una piattaforma in grado di dare ai giovani restanti e a quelli interessati alle aree interne uno spazio per esprimere le loro idee, confrontarsi e portare i loro interessi all’attenzione della cronaca. Attraverso i primi tre nuclei, dalla Valle Stura in Piemonte, alla Carnia in Friuli, ma passando per i Monti Sicani in Sicilia, questa piattaforma unisce simbolicamente i tre estremi della penisola italiana: nord-est, nord-ovest e sud. Una piattaforma in grado di dare supporto a tutte le associazioni che lottano contro l’emorragia demografica delle aree interne, capace di fare rete, progettazione comune e scambio di buone pratiche, con l’obiettivo a lungo termine di avviare nuove politiche di sviluppo territoriale attraverso il coinvolgimento di istituzioni e stakeholder nell’analisi delle specificità di questi territori, per supportare le realtà locali e contrastare la tendenza ad escludere i giovani dalla pianificazione delle politiche delle aree interne italiane.
I temi trattati dalle attività di Rifai sono molteplici e riguardano tutto ciò che promuove la conoscenza e la valorizzazione delle culture e delle tradizioni locali, l’innovazione nel rispetto dell’ambiente e dei sistemi di vita dei paesi, dei territori e delle popolazioni ospitanti. Insomma, tutto ciò che può interessare chi vive e lavora nelle aree marginali italiane: ambiente, turismo, giovani e restanza. In questo caso la restanza viene considerata come una virtù da valorizzare al meglio per radicare i giovani al loro territorio ed eventualmente attrarne altri, prendendo come esempio virtuoso le storie di successo di chi ha creduto e ha puntato sulle aree interne per i propri progetti di vita.
Rifai intende ora dare ulteriore forza al flusso di idee che sta percorrendo in lungo e in largo la penisola italiana sviluppando una mappatura delle esperienze costruite dal basso e che danno linfa vitale ai paesi, dai piccoli festival alle esperienze di accoglienza diffusa e pianificazione partecipata, ma anche attraverso il coinvolgimento di persone, associazioni e realtà che a vario titolo aderiscano ai valori enunciati dal proprio manifesto e che credano sia possibile disegnare un futuro diverso per le aree interne, un avvenire rispettoso delle persone che hanno scelto di rimanere in questi luoghi.
Inoltre, la rete sta creando degli spazi di formazione fisici per i propri soci relativamente alle tematiche di animazione e sviluppo territoriale, perché nelle aree interne ci sono molteplici attività e opportunità, ma è necessario che i loro abitanti riescano a identificarle e sfruttarle per fare in modo che il bar non sia l’unico spazio di aggregazione disponibile nei luoghi “al margine”. Infine, Rifai non guarda solo ai confini italiani, è essenziale la ricerca di collegamenti con realtà analoghe provenienti da altri paesi comunitari, in modo da costruire un fronte comune anche a livello europeo.
Per concludere, Rifai è un processo ancora in fase embrionale e che indubbiamente si basa sul lungo periodo, ma che ha l’ambizione di divulgare le esperienze degli abitanti delle Terre Alte, contribuire a creare una nuova narrativa per questi territori e sensibilizzare sul fatto che vivere, lavorare e fare impresa al margine è possibile: l’innovazione può nascere e fiorire anche nei luoghi più impervi, perché le aree montane non sono luoghi nostalgici o mete del fine settimana, ma territori caratterizzati da un tessuto sociale e produttivo con un grande potenziale sommerso che necessita di essere valorizzato.
E se anche tu sei giovane, ti senti poco valorizzato e vuoi dare il tuo contributo alla rete Rifai contattaci: https://www.reterifai.it/aderisci/
Giulio Nascimben