In un recente incontro in Regione Piemonte con il Vicepresidente Aldo Reschigna, gli Assessori alla Montagna Alberto Valmaggia e al Turismo Antonella Parigi, l’Associazione T.r.i.P. Montagna ha esposto le potenzialità del nascente settore del turismo slow sulle Alpi occidentali, riscuotendo un notevole interesse da parte degli interlocutori. Siamo tornati a ragionare sugli argomenti trattati nel corso della mattinata trascorsa nella sede di Piazza Castello con Antonella Parigi, per capire meglio gli orientamenti della Regione sul turismo slow in montagna nel corso del prossimo futuro. Ecco cosa ci ha raccontato.

Che ruolo può giocare il territorio alpino all’interno del fenomeno crescente del turismo slow in Piemonte?
Un ruolo grandissimo. Siamo una Regione con impronta manifatturiera spiccata, dove per molto tempo il turismo non è stato considerato un settore strategico. Oggi è il momento di cambiare rotta, e c’è molto lavoro da fare. Il turismo slow in Piemonte è in crescita, soprattutto per quanto riguarda gli ospiti stranieri, che trovano nei nostri contesti alpini un territorio incontaminato e di forte fascino. E allora il primo passo è quello di dotarsi di infrastrutture d’accoglienza e sentieristica adeguati.

Quanto è interessata la Regione Piemonte alla promozione di questo comparto turistico?
Moltissimo. Continuiamo a fare campagna promozionale sul turismo slow in montagna. Stiamo facendo una campagna invernale e ne faremo una estiva.

Che importanza ha la nascita dell’Associazione T.r.i.P. Montagna che riunisce i rappresentanti di oltre 700 tra piccole imprese, professionisti e operatori sul territorio regionale impegnati nel turismo slow?
La nascita di un’Associazione come T.r.i.P. Montagna è molto importante. L’Associazione dovrà diventare un interlocutore privilegiato della Regione Piemonte per quanto riguarda il tema del turismo slow in montagna. Fare rete è una cosa fondamentale per poter promuovere questo settore, e T.r.i.P. Montagna in questo senso potrà essere molto utile.

Quale potrebbe essere il contributo dell’Associazione T.r.i.P. Montagna al lavoro della Regione Piemonte?
T.r.i.P. Montagna può diventare un interlocutore importante per la Regione Piemonte sulle tante iniziative di promozione in cantiere, e sull’organizzazione di momenti di visibilità.

Qual è lo stato dell’arte dell’accoglienza dei turisti slow sulle montagne piemontesi?
C’è bisogno di aumentare la qualità dell’accoglienza sulle nostre montagne e di lavorare sulla diversificazione dell’offerta turistica, perché gli ospiti sono particolarmente interessati all’aspetto della varietà di opportunità che le nostre montagne possono offrire: natura, cultura, enogastronomia, sport outdoor, ecc.

Il mondo del turismo slow sulle montagne piemontesi è ancora in parte sconosciuto, mancano ricerche e analisi al riguardo. L’Associazione Dislivelli sta portando avanti una ricerca al riguardo, e allora le chiediamo: quali sono gli aspetti utili che una ricerca sul tema dovrebbe mettere in luce?
Sicuramente sono di fondamentale importanza i numeri. Perché prima di tutto bisogna riuscire a fotografare il fenomeno dal punto di vista quantitativo. Ma poi bisognerebbe anche raccogliere dei buoni suggerimenti di pratiche e attività vincenti nel campo del turismo slow in montagna.

La maggior parte dei frequentatori degli itinerari di turismo slow sulle Alpi piemontesi sembra sia straniera. Quanto è importante la promozione internazionale di questo variegato mondo alpino piemontese e come la Regione Piemonte può sostenerla?
Il turismo straniero interessato all’offerta slow nelle nostre montagne è un turismo di tipo individuale. Sono quindi fondamentali l’uso corretto dei social e più in generale del web. Come Regione Piemonte siamo indirizzati a lavorare ad una piattaforma turistica unica che proponga le varie forme di turismo, anche quello slow in montagna.

Nel corso dell’incontro di poche settimane fa presso la sede di Piazza Castello a Torino lei parlava di una sorta di scollamento tra la città e le sue montagne. Può spiegarmi meglio questo concetto?
Per quanto riguarda Torino c’è bisogno di una riflessione più ampia sulle questioni che riguardano il turismo. Ma restando in ambito di turismo alpino, pur essendo Torino una città situata a ridosso delle montagne, non è mai riuscita a diventarne il centro. Si tratta di un’operazione lunga, nella quale la Regione Piemonte sta investendo. Qualcosa in tal senso ha cominciato a fare anche la Compagnia di San Paolo con il suo Programma Torino e le Alpi, e noi come Regione Piemonte vogliamo continuare a portare avanti questo lavoro.

Il Vicepresidente Aldo Reschigna, sempre nel corso dell’incontro di poche settimane fa, parlava della possibilità di organizzare un Salone della Montagna in primavera. Lei pensa che sia attuabile?
Sì, certamente. Ma non pensiamo tanto ad una fiera, quanto a un momento di forte comunicazione, come è avvenuto per il Salone del gusto, da realizzare all’aperto, in città.
Maurizio Dematteis